Super Cammarelle e grand’Italia alla pari delle star cubane- Domani a Modena il bis

Super Italia tiene botta contro la grande Cuba. Questo il risultato conclusivo di una serata indimenticabile, resa ancora più bella dalla partecipazione di oltre 4000 spettatori che hanno riempito il Palalido di Milano come già era avvenuto con la Russia, conferma importante di un ritrovato feeling con la noble art, quella in maglietta che sembrava avulsa ai gusti del pubblico. Italia e Cuba hanno concluso alla pari, cinque vittorie a testa e un pari, per un risultato di 11-11, impensabile alla vigilia.

Serata da sottolineare con la matita rossa, spettacolo corale indimenticabile, avendo offerto boxe di alto lignaggio, col nostro supercampione Roberto Cammarelle, che ha suggellato con una vittoria esclamativa la stupenda prova generale degli azzurri. Il duplice oro iridato e olimpico, ha battuto con un ko devastante al primo round il pur quotato Robert Alfonso che le classifiche americane pongono al secondo posto assoluto, dietro al brevilineo colombiano Rivas, che ricordiamo ostico rivale di Cammarelle nei quarti a Pechino.

Contro il nostro mancino è parso un fuscello, anche se lo sovrastava in altezza e stazza. Cammarelle non sembrava forzare, limitandosi a colpire in velocità, dimostrando comunque una buona condizione generale. Verso la fine del round, in una fase ravvicinata, scattava come una molla il montante sinistro dell’azzurro che colpiva preciso al mento Alfonso, spegnendogli le lampadine in modo drammatico. L’arbitro, molto attento, non iniziava neppure il conteggio avendo subito capito che era in  ballo l’incolumità del pugile al tappeto.

Ci volevano un paio di minuti prima che il cubano si riprendesse. Finalmente tornava in posizione verticale e poteva scendere dal ring senza alcun aiuto. Come da regolamento, veniva trasportato in una struttura sanitaria, sottoposto alla TAC, che escludeva qualsiasi conseguenza e questa mattina presto tornava con la squadra. Non potrà combattere a Modena, ma importante è che la caduta non abbia avuto conseguenza. Il ko di Cammarelle ha fatto salire al cielo l’entusiasmo del pubblico, che ha visto in quel colpo la determinazione azzurra, uscita da questo primo confronto non solo a testa alta, ma con una valutazione dei singoli decisamente superiore che alla vigilia del confronto.

Il ct. Raffaele Bergamasco non nascondeva la soddisfazione e sottolineava un particolare: “Stiamo operando anche sul piano psicologico dei ragazzi, cercando di dare a ciascuno quella sicurezza che in passato faceva parte solo dei migliori. Sta nascendo uno spirito di squadra e di emulazione bellissimo. Importante è stato il confronto con la Russia, altro spauracchio che solo un anno fa sembrava inavvicinabile. Quel test è servito a tutti. Lavorando con serietà e impegno, l’Italia può affrontare tutti gli avversari e giocarsi la vittoria con qualsiasi nazione. Questo concetto sta entrando nella mentalità degli  azzurri e sono sicuro che ai mondiali, non andranno avanti solo le punte, ma tutta la squadra. Un particolare: Roberto era molto preoccupato per il ko inflitto ad Alfonso e si è tranquillizzato solo dopo l’esito della TAC che escludeva ogni pericolo”.

Il resto della serata non ha tradito le attese. Semmai la ha superate. Il primo a sorprendere piacevolmente è il mancino di Torre Annunziata, Alfonso Pinto (31 anni), fermo da una stagione  per un guaio alla spalla sinistra, che rientrava quanto ormai lo si pensava in pensione. Non dimenticandosi di essere stato doppio argento europeo 2004 e 2006, ha boxato con indovinata scelta di tempo contro Daniel Matellon, dieci anni più giovane, che ha cercato di contrastarlo chiudendo la distanza, ma Pinto si è dimostrato abile nell’evitare il contatto ravvicinato, tenendo bene per le tre riprese. Vittoria sudata ma meritata per il vecchietto della squadra.

L’altro incontro dei 51 kg. vedeva impegnati Vincenzo Picardi e Yampier Hernandez, entrambi bronzi olimpici. Il cubano, salito dai 48 kg., in falsa guardia, ricorda nella boxe sparagnina e spigolosa Berthelemy, l’oro di Atene, ora professionista. L’azzurro non si è trovato bene, ha cercato di mettere a frutto la maggiore completezza tecnica forzando le azioni, tattica sbagliata perché Yampier abile nell’ostruzionismo toccava e poi legava con abilità. Il verdetto per l’azzurro ha voluto premiare la voglia di fare il match e i colpi più puliti, pochi ma determinanti.

Sinceramente ci si aspettava di più da Yankiel Leon Alarcon, argento a Pechino nei gallo, avversario di Parrinello che ha saputo togliere al cubano l’arma dello scambio a media distanza, anticipandolo con un sinistro perfetto, doppiato nei primi due round dal destro sempre in diretto.

Leon è forte ma poco fantasioso, basa tutto sulla fisicità e si affida al destro che porta spesso esterno e lo conclude colpendo con l’interno del guantone. L’arbitro Forni lo ha ripreso spesso ma sempre ufficiosamente. Ci fosse stato il richiamo, la vittoria di Parrinello era assicurata. E’ finita con un pari che premia l’ospite e non rende giustizia all’azzurro, che sta migliorando ad ogni match.

Come cresce il piuma Di Savino, nonostante il verdetto contrario di fronte Ivan Onate, un bel longilineo, campione nazionale uno degli emergenti, che sfrutta a dovere le lunghe leve. L’italiano è stato bravo e non farsi prendere dalla voglia di strafare, anche se ha impiegato due round per prendere le dovute contromisure. Il terzo round  ha visto il romano prendere l’iniziativa a conferma del diverso approccio contro qualsiasi avversario. La vittoria di Onate di misura, non sminuisce la prova del nostro rappresentante.

Era molto attesa la prova di Domenico Valentino, che rientrava dove aver saltato la Russia per gli annosi problemi alla mano destra. Il leggero casertano se la vedeva con Ideal Torrente, passato di categoria, dove appariva chiuso da Onate, indicato tra i più in forma della squadra. Reduce dalla vittoria a Istanbul, in aprile è subentrato a Ugas, ormai nei 64 kg. proprio non ci voleva stare a perdere. Ci è voluta tutta l’abilità schermistica di Domenico, per spuntarla d’un soffio. L’italiano  ha fatto tesoro dell’esperienza, riuscendo a mettere qualche colpo in più, portandosi fuori dal raggio pericoloso dei sinistri pesanti che il mancino dell’Havana cercava di piazzare.

Roniel Iglesias, bronzo olimpico superleggeri, ha boxe elegante e forte personalità. Di fronte a lui il milanese Renato De Donato, poco più che debuttante, ma non certo rassegnato. Tra l’altro, Iglesias per dare conferma della superiorità ha compiuto qualche gesto poco elegante, fischiato sonoramente. Non poteva perdere, vista la distanza di esperienza e la superiorità atletica, ma non pensate che De Donato sia stato a guardare. Nella terza è venuto fuori, tenendo botta con grande coraggio. Se continuerà a crescere anche muscolarmente, già a settembre potrebbe dare filo da torcere a tutti i superleggeri.

Nei 69 kg., toccava all’altro mancino, il romano Alex Marziali entrare in rotta di collisione con Carlo Banteur, capitano di Cuba, una statua di bronzo con capacità pugilistiche notevoli. Ha solo 22 anni, ma un curriculum travolgente: mondiale jr. nel 2004, vice campione olimpico in carica. Marziali non è stato vittima predestinata anche il verdetto è andato largamente al cubano. Nonostante l’evidente inferiorità generale, l’azzurro si è battuto con grande determinazione, pagando scotto: 2 kd di protezione, senza mai arrendersi. Bravo Alex.

I compagni di squadra lo chiamano il piccolo Tyson, si tratta del medio Rey Recio Pla, 18 anni, un fisico impressionante con masse muscolari mozzafiato. Roque il tecnico cubano, punta molto su di lui. Per capire la sua sostanza, ad Assisi ha fatto i guanti solo con Russo e Cammarelle, incapace di frenare la sua forza neppure in allenamento. Il sardo-romano Luca Podda aveva un compito improbo, ma è stato all’altezza delle attese. Una sconfitta la sua più che onorevole, scambiando con decisione, assorbendo colpi pesanti ma mettendo a sua volta repliche precise. Il fatto è che questo Recio sembra costruito nel marmo.

Altro tipo tosto e bravo il mediomassimo Josè Larduet. Iridato 2008 youth, in crescendo di rendimento. Lo scorso anno, ai mondiali youth ha vinto sempre prima del limite e in semifinale doveva affrontare il nostro Rosciglione. Incontro evitato vista la diversa esperienza. Un anno dopo i due si sono affrontati e l’azzurro, pur battuto non è stato punito. Semmai, al terzo round ha preso l’iniziativa uscendo dal guscio difensivo, che lo aveva preservato da pericoli. Il siciliano sta migliorando, anche se appare ancora troppo timido e riduce il potenziale che possiede.

Per Russo la rivincita contro Acosta arrivava nel momento sbagliato. Tre giorni prima del match si produceva una contrattura al collo, bloccandolo parzialmente. Rimesso in sesto dal massaggiatore, non poteva dare il meglio. Così è stato. Match confuso e poco spettacolare. Acosta non ha fatto nulla per incrementare il ritmo, semmai il contrario. Tra i due l’azzurro è stato l’unico ad avere qualche spunto offensivo, il che ha fatto la differenza a suo favore.

“L’importante era vincere – ha sottolineato Clemente – e l’ho ottenuta col minimo sforzo. Se al 60% riesco a battere Acosta, ai mondiali non posso che fare meglio”.
Del trionfo di Cammarelle abbiamo già detto. Un pari che esalta l’Italia e sancisce un risultato storico nel primo confronto ufficiale tra le due nazioni.

Francesco Damiani confermava che il nuovo corso è inarrestabile: “I ragazzi non hanno più remore. Domenica a Modena saranno ancora più determinati. Mi ha fatto piacere che nessuno ha tremato, vincitori e sconfitti. Anche i verdetti non ci hanno regalato nulla. A noi va bene così. Con Cuba abbiamo raggiunto il top delle difficoltà, e sono sicuro che il bilancio ci darà ragione. Non dobbiamo sottovalutare neppure gli USA e la Germania, che verranno per batterci, la stessa idea che abbiamo noi”.

Per una serata eccezionale, molti gli ospiti di rango. Mike Buongiorno tra gli altri, disponibile per foto e dichiarazioni. “Mi avevano detto che la boxe in Italia era sofferente, ma dopo aver visto questi giovanotti contro la squadra cubana fortissima, ritengo mi abbiano dato notizie sbagliate. Quel Cammarelle è davvero un fenomeno. Ha la faccia angelica e picchia come un killer. Complimenti”.

Presente anche Bonaria Loi, la figlia del grandissimo Duilio Loi, negli ultimi tempi molto presente agli eventi in guantoni, segno che bon sangue non mente.

A Roberto, designato dai giornalisti presenti miglior pugile, è stato assegnato l’importante trofeo, dedicato alla memoria di Giovanni Parisi, consegnato dalla signora Silvia Parisi che ha ringraziato il pubblico per la grande partecipazione. L’ennesimo segno nel ricordo del grande campione scomparso troppo presto.

Il presidente Franco Falcinelli, al fianco dei vertici dell’Aiba, che prenderanno parte al congresso dell’Associazione mondiale dilettanti che discuterà sulle innovazioni arbitrali, che terrà a Milano, appariva giustamente soddisfatto. Questa squadra con i numeri minimi, sta andando oltre ogni attesa: “Meritano tutti i complimenti, dai tecnici guidati da Damiani che unisce capacità tecniche a qualità umane e da Bergamasco che dimostra di meritare ampiamente il nuovo incarico di ct della nazionale”.

Il LOC a sua volta, con Andrea Locatelli e Paolo Taveggia infaticabili registi di appuntamenti che stanno riportando alla boxe il grande pubblico, può andare fiero di questi duals match, che in una escalation inarrestabile, hanno permesso a Milano di non perdere l’abitudine e il gusto per la boxe. Semmai di rinforzare le fila, nel segno di un amore che appena trova gli stimoli giusti non solo si riaccende ma incrementa i numeri. Ottima semina in vista dei mondiali di Milano dal primo al 12 settembre.

Domani domenica, secondo confronto con Cuba a Modena.

Questi gli accoppiamenti previsti. Kg. 51: Pinto-Yampier, Picardi-Matellon; 54: Parrinello-Leon; 57: Di Savino-Onate; 60: Crivello-Torrente; 64: Vangeli-Iglesias; 69: Cirillo-Banteur; 75: Sperandio-Recio; 81: Sinacore-Larduet; 91: Russo-Acosta.

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