Dimenticare un caso che ha poco da spartire con il nostro mondo…

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l Presidente Lombardo, Omar Gentile, sul tesserameno del “pugile”
clandestino e omicida di Milano

Riceviamo e pubblichiamo le osservazioni del Presidente del Comitato
Regionale Lombardo della Fpi, Omar Gentile, a seguito dell’articolo
con cui Boxeringweb sottolineava che l’ucraino, folle omicida di
Milano, non avrebbe mai potuto essere pugile, dal momento che, essendo
clandestino, veniva a mancare il presupposto fondamentale per potere
essere tesserato alla Fpi: il regolare permesso di soggiorno! Nessuna
s’era accorto della contraddizione che noi abbiamo reso pubblica in
difesa della boxe, dei pugili, dei tecnici, dei dirigenti e di tutti
coloro che ritengono che da una palestra di pugilato MAI sia uscito un
uomo peggiore di quello che vi era entrato…Non si può tollerare che
un’intera comunitàsi  veda ricoperta di fango, senza che nessuno senta
il dovere d’intervenire, per l’accusa ad una “bestia” in sembianze
umane di essere un pugile, quando non ha mai messo piede sul ring e
neppure aveva diritto ad essere tesserato, se non cotravvenendo le
normative del CONI e dalla stessa Fpi.
Il mondo della boxe non é e non sarà mai un’isola felice, ma uno
specchio del mondo che lo circonda, però é composto da uomini veri,
abituati a non nascondersi dietro ad un dito; quando sbagliano se ne
assumono la rsponsabilità o non sarebbero degni di stare fianco a
fianco dei pugili, che di tal mondo sono la ragione d’essere, il
cuore, la “conditio sine qua non”…
Grazie a Omar Gentile, alla Doria e al pugilato lombardo per quanto
hanno fatto e fanno per il pugilato italiano e nessun dubbio che se la
precedente gestione del Comitato ha sbagliato, vi é stata indotta da
documentazioni cha facevano “acqua” e che ci hanno lasciato in
eredità, come conseguenza, “spazzatura” umana…
Ma la boxe ha spalle robuste e supererà anche questa.

La Redazione di Boxeringweb

Caro Gualtiero Becchetti,
ti inoltro queste poche righe per fare insieme una riflessione su i
fatti accaduti nei giorni scorsi, quando un ignobile assassino ha
sfogato la sua rabbia con un terribile omicidio e per colpa di qualche
giornalista è stato anche chiamato pugile.
Io, come Presidente Regionale del Comitato Lombardo della Federazione
Pugilistica Italiana, posso innanzitutto condividere pienamente le
parole del rappresentante dei tecnici della Lombardia, il Maestro
Augusto Lauri, che tu, caro Direttore, hai immediatamente pubblicato e
per questo te ne sono grato.
Cosa aggiungere su quanto già è stato scritto e detto di quanto
accaduto? Il mio pensiero e la mia  solidarietà vanno principalmente
alla società sportiva pugilistica “DORIA” che, con i suoi tecnici e
dirigenti da molti decenni ha faticosamente costruito con il proprio
contributo la storia del pugilato lombardo.
Le mie mani non vogliono e non scriveranno mai neppure il nome di
quell’assassino che, dal giorno 11 Giugno 2009 risulta tesserato
presso la nostra Federazione; come dicevo prima, la qualità degli
atleti usciti dalla “DORIA” danno la serenità che il suo tesseramento
sia stato un errore di percorso storico, anche perché al giorno d’oggi
il forte flusso di immigrazione, al quale sono sottoposte le grandi
città italiane come Milano, rende difficile per le società
pugilistiche che vivono e operano in queste città selezionare e
distinguere il bene dal male, che bussano alla porta della boxe,
sapendo che lì come in tutto il mondo oltre questa porta c’è al primo
posto amore, amicizia, rispetto, ma più di tutto un futuro fatto di
dignità e riscatto sociale.
Probabilmente i tecnici e i dirigenti avevano visto negli occhi di
questo assassino un barlume di tutto ciò, e come Nostro Signore, hanno
voluto dare a lui, l’ultima opportunità di riscatto, ma tutto è stato
cancellato da un pomeriggio d’ira e violenza, però sono sicuro che
anche i dirigenti federali che mi hanno preceduto e hanno espletato le
pratiche di tesseramento, abbiano agito nella massima regolarità,
perchè i principi che animano le palestre lombarde sono gli stessi che
i dirigenti federali lombardi condividono da anni.
Concludendo, penso che un fatto così debba essere  dimenticato, perché
questo individuo ha poco da spartire con il nostro mondo e quindi deve
essere da noi tutti ignorato e non nominato in continuazione, dando la
possibilità a chi non conosce i nostri valori di poter schernire e
additare noi tutti come dei violenti.
A tutti, io ricordo solo una cosa; che l’atleta del XX secolo si
chiama Muhammad Ali ed è un pugile; tutti potranno scrivere e dire
tutto, ma non potranno mai cancellare questo.

Grazie
Omar Gentile

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