Ciao Giovanni, il tuo ricordo e i tuoi trionfi non si cancelleranno mai

Hai voglia a dire che la vita deve continuare, che il destino è scritto e non ci puoi fare niente. Balle, quando ricevi una sassata in fronte come questa, vorresti urlare la tua rabbia per l’ingiustizia.
Giovanni “Flash” Parisi, il ragazzo d’oro di Seul, il pugile dotato di eccezionale talento, il numero uno degli ultimi vent’anni del nostro boxing, quindi l’uomo che aveva saputo gestire alla grande il frutto del suo lavoro di campione del ring, marito e padre ultrafelice, benestante e difensore strenuo dello sport che lo ha reso grandissimo, in un baleno non c’è più.
Morto in uno scontro frontale a tre chilometri da casa, a un tiro di voce dai suoi cari, in quel lido dorato e adorato che era il vanto personale, il segno di un successo che non si riduceva ad un record fatto di numeri e nomi, ma che l’uomo Parisi aveva realizzato, una specie di risarcimento a posteri di un’infanzia travagliata, ma dignitosa e onesta. La moglie e i tre figli, i suoi cani, la bella villa, la piscina a forma di guantone, i box dove teneva le auto che amava e la piccola palestra personale, erano il simbolo e la risposta concreta nel segno della rivincita, della riscossa. Quando ho letto l’Ansa delle 21, mi si è chiuso lo stomaco. Poche righe, fredde come una pietra. “E’ morto l’ex campione del ring Giovanni Parisi in uno scontro frontale sulla tangenziale di Voghera”.
Mi chiama Salvatore Cherchi, ma non riesce a parlare, ascolto solo i singhiozzi di quest’uomo che con Parisi ha scritto e condiviso pagine bellissime da professionista, è la volta di Matteo Salvemini, incredulo, spera che smentisca quanto ha ascoltato dalla radio. Poi è Blandamura da Roma, non mi chiede nulla, un saluto per dirmi che è passato con la OPI2000 e dovrebbe combattere il 18 aprile. In realtà vuole sapere qualcosa in più della tragedia di Voghera. Tanti altri amici fanno la stessa cosa, la stessa domanda, sperando sia una notizia sbagliata.
Fabio Bozzani il fotografo, è andato a Voghera e mi descrive quello che ha visto. “La BMW granata di Giovanni sembra esplosa, una scena terrificante. E’ finita nella scarpata, la fiancata dalla parte del guidatore, letteralmente disintegrata mentre l’altro veicolo una Fiat Daily dall’altra parte della strada, la tangenziale tra Oriolo e Medassino, è in bilico col cofano aperto e la cabina di guida sollevata dalle ruote. Deve essere stato un impatto terribile”.

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