L’Italia grande anche a Garlasco con Cammarelle, Picardi e Parrinello. Pari severo per Russo
{joomplu:701 left}Anche Garlasco ha risposto alla grande al richiamo della Nazionale azzurra, nel secondo confronto con la fortissima Russia, che torna a casa con due vittorie, sia pure di stretta misura, bilancio positivo secondo pronostico.
Ma all’Italia poteva andare meglio e più avanti spiegheremo il perché. Il capo delegazione russo e responsabile tecnico Nikolay Khromov, non potrà lamentarsi di come sono stati trattati i suoi allievi. Se qualcosa è stato graziosamente regalato, non è andato sulla sponda del Po, semmai verso il Volga.
La cornice del pubblico accorso al Palazzetto dello Sport del centro pavese, ha creato la giusta atmosfera per dare ai nostri ragazzi quella carica supplementare necessaria a tenere alta la concentrazione. Non è mancato il ricordo per Giovanni Parisi, toccante e sentito, con le parole appropriate di Andrea Locatelli il presidente del Comitato Organizzativo dei Mondiali AIBA a Milano, oltre che organizzatore dei duals match in corso. Anche a Garlasco la poltrona di bordo ring, riservata al campione scomparso troppo presto, il lungo applauso dei presenti e le due squadre sul ring in composto silenzio. Bello e triste nel contempo, con i trofei di Parisi che facevano bella mostra sul tavolo accanto al quadrato.
Maestro di cerimonia l’infaticabile Francesco Scaramuccia, consigliere federale appena eletto, ancora presidente lombardo, commissario di riunione a Garlasco, in procinto di partire per la prima riunione del nuovo Consiglio Federale, convocata dal rieletto presidente Franco Falcinelli. Si terrà giovedì 9 aprile presso la sontuosa Reggia di Caserta. Sede emblematica nella terra che da anni sta dando alla nostra boxe fior di campioni e ha nel consiglio l’ex pugile Angelo Musone, rieletto anche per questo quadriennio. Grazie alla sua collaborazione e del presidente campano Enrico Apa, è stato possibile l’evento in una sede tanto prestigiosa. Da segnalare la presenza di Gianfranco Rosi (atleti professionisti), Maria Moroni (atlete donne) e Clemente Russo per i dilettanti tutti eletti in quota.
Prima di entrare nel dettaglio degli incontri spieghiamo il perché c’è il rammarico di una sconfitta che poteva tramutarsi in vittoria. A Garlasco si sono svolti otto incontri, due meno del previsto per l’infortunio a Dario Vangeli alla mano sinistra e l’influenza di Renato De Donato. I verdetti hanno assegnato sei verdetti per 3-0, quindi giudizio unanime. Mentre il successo del piuma Vodopyanov su Di Savino e il pari di Clemente Russo contro Egor Mekhontsev sono scaturiti da decisioni a maggioranza.
Di Savino il pari se lo era meritato ma il no del nostro giudice Venturu lo ha costretto alla sconfitta. Russo non ha reso come sperato, ugualmente grazie alla prima ripresa vinta nettamente poteva aspirare al secondo successo. Anche qui, al pari del giudice russo si affiancava quello italiano.
La Russia inizia subito bene come previsto. Il welter Dmitriy Ivanov strutturalmente sovrasta il nostro Carmine Cirillo, un superleggero che milita nei 69 kg. senza averne il fisico. Il match è a senso unico, salvo il primo minuto dove con alcuni colpi veloci il campano stuzzica l’ospite che inizia a colpire sopra e sotto e prosegue fino al termine.
Tutto diverso il discorso tra Vittorio Parrinello che del gallo ha fisico idoneo, oltre all’allungo che sfrutta al meglio. Il campione russo Abzalimov, tipetto tosto con un curriculum pesante: oro europeo e argento mondiale jr., campione russo in carica e titolare agli europei del 2008 a Liverpool, dove vene battuto con un sospetto 3-2 dall’inglese Campbell, che vinse il titolo, spera di migliorare il pari. Non aveva fatto i conti con Parrinello che ha mostrato quanto sia cresciuto tecnicamente e tatticamente. L’azzurro ha vinto alla grande tenendo l’avversario sotto una gragnola di jab e anche qualche bel destro fino all’ultimo. Non che l’ospite stesse a guardare, ma la continuità e mobilità di Vittorio sono state impressionanti e beneaugurati per il futuro.
Seguivano tre successi russi, sulla carta previsti. Nei 75 kg. non è bastato il cuore e la resistenza del ragazzo di casa, Andrea Cimichella, allievo di Fabio Paragnani della BSA Boxing Team Pavia, oltre che organizzatore dell’evento di Garlasco, per realizzare il sogno dell’impresa storica. Aveva di fronte Artem Chebotarev, il nome emergente russo, che Khromov vuole portare a Londra per i Giochi. Ha 20 anni, un fisico imponente e precedenti illustri: europeo cadetti e argento negli jr. Bronzo agli assoluti nazionali, ma per molti non aveva perduto nella semifinale con Chudinov. Contro un tale campione il pavese si è difeso bene, ha sofferto nel finale ma non ha mai mollato. Andrea che nel 2005 divenne campione italiano jr. dopo un anno e mezzo di sosta, ha ripreso con buona volontà, ha margini notevoli di crescita e potrebbe essere la nuova alternativa nei 69 kg. qualora venisse chiamato in azzurro. Lui ci spera e pure noi.
Ed eccoci ai piuma. Si ritrovano il campione del mondo di Chicago, il mancino Sergey Vodopyanov, il numero uno assoluto, capace di battere qualsiasi avversario. A Milano aveva vinto, ma Di Savino non gli era stato troppo sotto.
A Garlasco il romano è andato oltre le attese. Ha boxato senza remore. Trasformando le intenzioni in azioni concrete. In alcuni momenti l’azzurro ha preso il tempo al rivale colpendo con belle combinazioni. Georgy che boxa come un consumato professionista pur avendo solo 21 anni, ma pure 300 incontri alle spalle e una carriera iniziata nel 2004, con l’argento mondiale jr. a 17 anni e l’oro europeo l’anno dopo, forse convinto di andare sul sicuro si è trovato spesso fuori misura. Alla fine per il valoroso Di Savino, il pari ci stava tutto.
Troppo tenero il siciliano Gianluca Rosciglione, siciliano di 18 anni, al debutto in azzurro, con poco più di 30 incontri alle spalle contro Nikita Ivanov classe 1983 e oltre 260 incontri alla spalle, che frequenta i ring maggiori da otto stagioni. La differenza si è vista tutta. Ivanov avanzava deciso e colpiva, mentre l’azzurro appariva intimidito e solo in rare occasioni reagiva. Una tattica sbagliata perché quando ci ha provato convinto, anche Ivanov si prendeva i suoi bravi colpi. Pure tatticamente ha sbagliato. Restando distante, subiva le leve più lunghe del russo, mentre a corta distanza aveva qualche possibilità in più. Detto questo, diamo atto a Rosciglione di carattere e ottima tenuta. Dovrà faticare parecchio in palestra per decollare. I mezzi li ha, deve crederci.
Largo a Vincenzino Picardi, questo gigante di 51 kg. che sta crescendo in modo esponenziale. Temevano parecchio il ritorno contro il siberiano Georgy Balakshin, l’elemento più esperto dei russi, 29 anni e una carniere ricolmo di titoli: tre europei assoluti, bronzo a Pechino e 300 incontri disputati in dodici stagioni attive.
A Milano Picardi aveva vinto giustamente, ma d’un soffio. A Garlasco ha compiuto un ulteriore balzo in avanti. Contro un rivale che ci teneva a cancellare la macchia precedente, Picardi ha boxato con rara intelligenza, leggendo il match da volpe azzurra. Sempre concentrato, impostando la prima ripesa sull’anticipo che ha dominato, nella seconda col gioco di gambe, non consentendo al russo di entrare sotto come aveva fatto a Milano. Nella terza è diventato gladiatore, scambiando alla pari, trasformandosi in guerriero per non lasciare dubbi alla giuria. Un capolavoro, premiato con un 3-0 accettato anche dal rivale. Adesso il bilancio è di 2-1 per Vincenzino, sempre più bravo.
Facciamo una premessa d’obbligo. Clemente Russo ha sentito la fatica di due confronti di grandissimo impegno nel giro di due giorni. Lo sapeva lui, lo sapevano i tecnici e forse anche Egor Mekhontsev, un longilineo mancino di grandissimo carattere e potenzialità, cresciuto moltissimo nelle ultime due stagioni. Dal mondiale del 2005 in Cina ha scalato molte posizioni, oltre alla collocazione nei massimi dove si trova benissimo. Il confronto non era poi difficile da lleggere. Russo ha vinto netta la prima ripresa e ha pareggiato le altre due.
I conti si fanno facilmente e due più due fa quattro, il successo andava al nostro. Il primo giudice italiano assegnava il successo a Clemente, mentre russo dava il pari ed era comprensibile, un po’ meno che il collega italiano seguisse il “compagno” Jaroslav Renev, che ha sempre privilegiato i suoi connazonali, tanto che anche nel primo confronto aveva assegnato il pari. La cronaca del confronto ha seguito più o meno quello precedente. Istrionico Russo ma concreto nella prima metà, poi il recupero di Egor che ha energie infinite. Resta il fatto che i colpi di Russo erano più precisi ed efficaci di quelli subiti.
Roberto Cammarelle, l’esatto opposto di Clemente. Il campione mondiale e olimpico è misurato e ortodosso anche negli atteggiamenti, ormai diventato un orologio svizzero. Non sbaglia un colpo. Il giovane russo Arslanbek Mahmudov, vent’anni a giugno, si è capito subito che non poteva competere col “number one” dei supermassimi. In più aveva solo l’altezza, ma era un dettaglio trascurabile.
Cammarelle non ha mai pigiato sull’acceleratore, l’avesse fatto lo stop era sicuro. Invece, salvo un paio di sinistri robusti e i conseguenti conteggi all’ospite, si è arrivati alla fine. Un gesto di cavalleria sportiva apprezzato dal pubblico, che ha lungamente applaudito Cammarelle, splendida bandiera azzurra. Il nostro gigante sta crescendo senza fretta. Ha sicurezza e tranquillità. Colpisce con chirurgica precisione, il suo motore si scalda senza fretta e quel sinistro è diventato una bomba. Per un tecnico è il meglio.
Tenendo conto che mancavano Domenico Valentino, il cui problema alla mano destra sembra più grave del previsto e del medio Luca Podda, pure lui inguaiato con la mano destra, la formazione di Damiani e Bergamasco si è difesa ottimamente, garantendo un rendimento globale oltre le attese. Anche le cosiddette seconde linee stanno crescendo, segnale importante a conferma che il clima della squadra è quello giusto, dove nessuno si sente escluso.
L’8 e il 10 maggio l’appuntamento è semplicemente con Cuba, la squadra più titolata del mondo. Primo confronto a Milano, il secondo a Modena, allestito dall’appassionato maestro Manfredini. Ci sarà divertirsi.
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