Nei medi Williams affronta Wright
{joomplu:728 left} Sabato sera al Mandalay Bay Resort & Casino di Las Vegas in un match schedulato sulle dodici riprese nella categoria dei pesi medi Paul “The Punisher” Williams (36-1, 27 Ko) affronterà Ronald “Winky” Wright (51-4=1, 25 Ko)
Williams, classe 1981, è una delle stelle più brillanti dell’attuale panorama pugilistico mondiale. Passato professionista nel 2000 The Punisher si è fatto strada con vittorie convincenti, spesso conseguite prima del limite, come le affermazioni ottenute sull’allora imbattuto Walter Dario Matthysse e dinanzi all’ex iridato dei superleggeri Sharmba Mitchell. Incontri disputati nel 2006 che hanno aperto le porte a Paul verso la sfida contro il campione mondiale WBO dei welter Antonio Margarito, confronto andato in scena nel luglio del 2007. In quell’occasione il fighter residente ad Augusta si aggiudicò la prima parte del match per poi contenere il ritorno del messicano, dimostrando anche ottime doti di tenuta, vincendo con un verdetto unanime. La prima difesa della cintura nel febbraio 2008 è coincisa con la prima sconfitta in carriera, ad opera del portoricano Carlos Quintana, che grazie al suo stile elusivo superò ai punti un Williams sottotono, ribaltando i pronostici della vigilia. Quattro mesi più tardi The Punisher impiegò una ripresa per ristabilire le gerarchie e riprendersi il titolo. Seguì poi un incontro al limite delle 160 libbre che si risolse in 1 minuto e 37 secondi, tanto bastò a Paul per evere ragione del medio Andy Kolle. Nell’ultima uscita lo scorso novembre il longilineo pugile di colore si è imposto sull’arcigno Verno Phillips, fermato dall’arbitro nel corso dell’ottavo round, dopo un incontro a senso unico. Vittoria questa che è valsa al 27enne nativo di Aiken il titolo WBO ad interim dei superwelter. Williams nella struttura fisica ricorda Thomas Hearns, a cui è stato più volte paragonato in passato, anche se ha qualità pugilistiche ben diverse da quella del cobra di Detroit. Alto 1.85 cm, mancino, Paul è dotato di buona potenza, sa mantenere l’azione su ritmi molto elevati con una continuità d’azione che spesso spiazza gli avversari, ha grande velocità di braccia e buone doti da incassatore, qualità quest’ultima che sovente lo porta a scambiare a viso aperto col rivale anche se il suo vantaggio in allungo gli potrebbe permettere una tattica più accorta.
Wright, 37 anni, ha debuttato tra i pro nel 1990. Agli inizi della carriera ha girato diversi ring in giro per il mondo sotto la guida manageriale dei fratelli Acaries. Ronald conquistò la cintura WBO dei medi junior nel 1996 e dopo averla persa si laureò campione, della medesima categoria, per l’IBF nel 2001. Ma la consacrazione davanti al pubblico americano, e con essa le borse importanti, arrivò solo nel 2004 quando unificò le cinture WBC/WBA/IBF dei superwelter imponendosi con un verdetto unanime su Shane Mosley. Vittoria replicata da Winky con più fatica nella rivincita vinta per majority decision. Nel 2005 altra affermazione di prestigio, questa volta con un dominio completo, ai danni Felix Trinidad. Si trattava di una semifinale mondiale WBC dei medi, categoria in cui Wright si giocò le sue chance nel giugno del 2006 al cospetto di Jermain Taylor, in un match vibrante e combattuto che si concluse con un verdetto di parità. In quasi vent’anni di sfide a torso nudo l’atleta di Saint Petersburg ha conosciuto solo quattro sconfitte. Il primo ad imporgli semaforo rosso fù il picchiatore argentino Julio Cesar Vasquez nel lontano 1994. In quell’occasione un acerbo Winky assaggiò la stuoia per cinque volte, nonostante questo diede del filo da torcere al più esperto rivale. La seconda debacle è datata 1998 e porta il nome di Harry Simon, pugile namibiano iridato nei superwelter e medi, a cui Ronald cedette ai punti in Sudafrica con un verdetto risicato dopo una lotta serrata ed equilibrata. L’anno successivo Wright ebbe una battuta d’arresto davanti a Fernando Vargas, il cui stile spettacolare ed aggressivo convinse due dei tre giudici che emisero il verdetto, anche se gran parte della stampa specializzata quella sera vide vincitore Winky. L’altro verdetto negativo del pugile nato ad Washington risale al luglio del 2007, quando in un confronto al limite delle 170 libbre fù superato dal grande Bernard Hopkins. Quella rimane l’ultima uscita di Wright, un guardia destra con una boxe difficile da decifrare, che oltre ad un bagaglio tecnico di prim’ordine ha le sue armi migliori nel jab, colpo in cui eccelle, e nell’ermetica difesa, solitamente molto ardua da superare per gli avversari. Il fighter residente in Florida è anche promoter, e con la sua Winky Promotions, insieme alla Golden Boy Promotions e alla Goossen Tutor Promotions è l’organizzatore di questo evento.
La sfida tra i due mancini si presenta come una delle più interessanti dell’attuale scenario dei pesi medi, e non è da escludere che il vincitore di questo confronto possa avere presto una chance iridata. Wright fra i due è quello che sicuramente vanta maggiore esperienza, inoltre l’atleta di Saint Petersburg è un fighter dal valore indiscutibile. Anche se va detto che i 21 mesi di inattività e i 37 anni contro i 27 di Paul sono fattori di cui difficilmente non si può tener conto in sede di pronostico. Inolte lo stile aggressivo e la grande quantità di colpi che porta The Punisher potrebbero influenzare i giudici in caso di un confronto equilibrato e deciso sul filo di lana. Con queste motivazioni, ben sapendo che Winky ha i numeri per smentirmi, dico Williams ai punti con un discreto margine.
Nei pesi massimi Chris “The Nightmare” Arreola (26, 23 Ko) difenderà le cinture NABF e WBC Continental Americas contro “Big Time” Jameel McCline (39-9=3, 23 Ko). The Nightmare nell’ultima uscita lo scorso novembre ha sconfitto in tre riprese Travis Walker aggiudicandosi la title eliminator IBF. Nella classifica mondiale dell’International Boxing Federation Arreola occupa la seconda posizione dietro al russo Alexander Povetkin, sfidante ufficiale del campione Wladimir Klitschko. McCline è reduce dalla vittoria ai punti ottenuta su Mike Mollo, in un match valevole come title eliminator WBC, ente che colloca Big Time al sesto posto del suo ranking mondiale.