2° edizione Mondiali Dilettanti – Belgrado 1978
{joomplu:1554 left}La seconda edizione del Mondiale Dilettanti si è svolta a Belgrado (Jugoslavia) dal 6 al 20 maggio 1978. Inizialmente, erano 60 le nazioni iscritte che poi si sono ridotte effettivamente a 48 per il boicottaggio di alcuni paesi. Il numero degli atleti è in calo rispetto al ‘74, ne risultano appena 221. La cronaca di Giuliano Orlando dalle pagine di Boxe Ring ci narra di una manifestazione in tono dimesso che ha evidenziato i soliti problemi legati agli arbitraggi compiacenti e ai “professionisti in maglietta”. Pochi sono i nomi nuovi che riescono ad emergere nonostante qualche interessante rivincita della prima edizione e dei Giochi Olimpici disputatisi a Montreal nel ‘76. La Jugoslavia, paese organizzatore, non riesce a vincere in nessuna categoria, bloccata in finale quattro volte da Cuba e 2 volte dall’URSS, ma mette sette suoi atleti sul podio. La Nazionale italiana guidata da Rea è composta da due soli pugili: Carlo Russolillo e Gianfranco Rosi, accompagnati dall’apprezzato arbitro Zalla.
Partendo dai pesi più piccoli, tra i minimosca, il 22enne kenyano Stephen Muchoki si è preso una sonante rivincita sul cubano Hernandez, campione olimpico e vincitore 4 anni prima a L’Avana. Sono piaciute le due medaglie di bronzo Guevara (Venezuela) e Sandoval (USA).
Nei pesi mosca si è distinto il polacco Henryk Srednicki, 23enne dal curriculum impressionante: 191 vittorie su 210 match disputati. Il polacco è pugile che bada più all’attacco che alla difesa e, dalla corta distanza, martella i suoi avversari con grande veemenza.
{joomplu:1777 left} Come peso gallo, spunta il giovane 21enne cubano Adolfo Horta (140 incontri dei quali 116 vinti), elegante ballerino sul ring dotato di agilità e abilità difensiva. Di lui sentiremo ancora parlare.
Un altro cubano sul gradino più alto del podio nei pesi piuma, è il campione olimpico Angel Herrera, 20 anni e già 98 vittorie su 110 match a comporre il suo palmares. Non dotatissimo tecnicamente, riesce a disporre a suo piacimento degli avversari. Il genovese Carlo Russolillo, come Menciassi 4 anni prima, è arrivato ad un passo dal podio. Dopo i successi sul coreano Byung Lim e sul finnico Kaislama, il nostro pugile si imbatteva nel venezuelano Esparragoza, da lui già battuto in un torneo internazionale qualche anno prima. Russolillo esibiva un valido bagaglio tecnico ed imbrigliava l’avversario che rispondeva spesso in maniera scomposta. Una testata provocava un’ampia ferita nella fronte dell’azzurro che, inspiegabilmente e senza logica, veniva dichiarato sconfitto da un arbitro portoricano dotato di scarsa personalità.
L’altro oro africano è arrivato dalla categoria dei pesi leggeri. Il 22enne nigeriano Davidson Andeh (81 vittorie su 87 match) si è imposto con qualche dubbio ed un pizzico di fortuna al sovietico Sorokin e al tedesco Weller.
Viene descritto come il pugile più completo del torneo il sovietico Valery Lvov, 23 anni ed un’ampia esperienza maturata in 190 match. Ha battuto sia il cubano sia lo slavo esibendo ottima mobilità del tronco ed un lavoro di braccia che ha pochi eguali.
Un altro sovietico ha vinto tra i pesi welter: Valery Rachkov, 22enne studente di Mosca con 140 incontri e 126 vittorie nel carnet. In questa categoria partecipava l’altro azzurro presente ai campionati. Il 20enne perugino Gianfranco Rosi incappava nel potente romeno Ion, che lo massaggiava al fegato con poca delicatezza, e la sua avventura terminava al 1° round.
L’armata sovietica avanzava col superwelter Viktor Savchenko, 26 anni e 224 incontri alle spalle (con 214 vittorie). Dopo essere stato sconfitto dal polacco Rybicki ai Giochi Olimpici, si è preso un’abbondante rivincita grazie ad un destro esplosivo che gli permette di risolvere di forza le sfide.
Il predominio cubano si ripristina dalla categoria dei pesi medi anche se il 19enne militare Jose Gomez (71 successi su 81 incontri) non ha entusiasmato vincendo su uno stanco Kacar e senza gloria sull’outsider finlandese Uusivirta in finale.
Il 24enne Sixto Cabrera Soria, vicecampione olimpico sconfitto da Leon Spinks in finale, è pugile spettacolare che, però, non regge molto i colpi. Ha vinto i Mondiali in una categoria dalla quale non sono emersi nomi di rilievo.
Non c’è storia, e si sapeva, nella categoria dei pesi massimi (oltre 81 kg). Nessuno riesce a opporsi alla superstar cubana Teofilo Stevenson, 25enne che vince in carrozza pensando alla proposta di un’esibizione contro Cassius Clay in un improbabile confronto dilettantismo-professionismo.
MEDAGLIERE
1° Cuba (5 ori e 3 argenti)
2° URSS (3 ori, 1 argento, 2 bronzi)
3° Polonia (1 oro e 2 bronzi)
4° Kenya e Nigeria (1 oro)
6° Jugoslavia (6 argenti e 1 bronzo)
7° Finlandia (1 argento)
8° Germania Est (5 bronzi)
9° Venezuela (3 bronzi)
10° Bulgaria, Germania Ovest e Stati Uniti (2 bronzi)
13° Corea, Francia e Giappone (1 bronzo)
Dopo questa breve carrellata dedicata ai campioni mondiali ’78, Vi proponiamo il passaggio successivo e cioè come si sono sviluppate le carriere professionistiche di alcuni pugili della rassegna non necessariamente primattori tra i dilettanti.
A testimoniare quanto di buono è uscito dalla seconda edizione dei Mondiali Dilettanti, parlano i risultati ottenuti, dai medagliati e non, una volta passati pro. Tra i pugili che sono usciti dalla rassegna iridata con una medaglia al collo i migliori sono stati Richie Sandoval, Antonio Esparragoza e Slobodan Kacar. I tre sono accomunati dalla medaglia di bronzo nel torneo e da pro sono stati capaci di divenire campioni del mondo. Per l’americano ci fu la cintura WBA dei pesi gallo, per il venezuelano quella dei pesi piuma difesa ben sette volte mentre per l’atleta di casa Kacar, che spese buona parte della carriera in Italia, ci fu la soddisfazione di laurearsi campione IBF dei mediomassimi. Curiosa poi la storia della medaglia d’oro nei mosca, il kenyano Muchoki che, finiti i mondiali, si trasferì in Danimarca dove dopo una serie di vittorie ebbe la possibilità di affrontare per il titolo WBA dei mosca l’argentino Laciar uscendo però sconfitto.
Ma è tra i pugili che nel 1978 non arrivarono a medaglia che si annidano dei campioni di comprovato valore, tra i due italiani presenti Gianfranco Rosi da professionista si sarebbe tolto delle grandi soddisfazioni. Prima campione europeo tra i welter e i superwelter, poi campione WBC ed in seguito IBF dei superwelter collezionando ben diciassette incontri validi per un titolo iridato. Altri grandi campioni usciti dal quel torneo furono l’americano Rocky Lockridge, grande campione tra i superpiuma, Rafeal Orono iridato tra i supermosca, Tony Tubbs che per un breve periodo fu re tra i massimi, Daniel Londas mattatore tra i superpiuma in Europa e l’ugandese John Mugabi che, al cospetto di Hagler, diede poi vita ad uno dei più bei confronti della storia dei pesi medi.
Principali fonti consultate: amateur-boxing.strefa.pl, Annuario della Boxe Italiana 2009, Boxe Ring, Wikipedia, www.boxrec.com.