Cuba batte Italia 2 a Modena, dove brillano Russo e un grande Picardi

{joomplu:1388 left}La seconda puntata del dual match tra Italia e Cuba, svoltasi al Palapanini di Modena, per la regia del Team Olympia Boxe Carpi di Alberto Verri e Antonio Manfredini, ha mantenuto tutte le premesse della vigilia. C’era un buon pubblico, circa 1500 persone, grande entusiasmo e incontri veramente all’altezza della situazione.

Ha vinto Cuba (14-8) come nelle previsioni, avendo l’Italia cambiato diversi titolari, per dar modo a nomi nuovi e qualche ritorno, di entrare nell’atmosfera dei grandi eventi, pagando lo scotto di esami veramente impegnativi.

Tutto questo per dire che queste sfide stellari come è stato a Modena, vanno ben oltre il risultato numerico, concluso con sette vittorie degli ospiti e quattro per l’Italia, considerato il successo di Cammarelle senza combattere, essendo stato fermato Robert Alfonso, dopo il ko subito al Palalido contro il nostro alfiere e non avendo Cuba un sostituto.

Francesco Damiani e Raffaele Bergamasco hanno sostituito Valentino (60), De Donato (64), Marziali (69), Podda (75) e Rosciglione (81), dando spazio a Crivello, Vangeli, Cirillo, Sperandio e Sinacore.

Cambi ad handicap, che hanno fatto la differenza anche se sostanzialmente la situazione non è cambiata di molto.

L’avvio è toccato al confronto tra i mosca Alfonso Pinto e Yampier Hernandez, mancini abbastanza speculari, mobili e attenti. Come già a Milano contro Matellon, il campano denota un’ottima condizione e non si lascia sorprendere dagli attacchi improvvisi del bronzo olimpico dei 48 kg. Primo round in equilibrio, secondo a vantaggio di Pinto che riesce ad anticipare l’avversario portando buone serie, che vanno a bersaglio. Si tratta di sfumature, essendo il cubano rotto a tutte le battaglie, da cinque anni in squadra. L’ultimo round è ancora in equilibrio, forse qualche affondo più deciso di Hernandez, premiato in eccesso, con un successo che non c’era. Già il pari sarebbe stato generoso per il caraibico.

La crescita di Vincenzo Picardi ha avuto un’impennata notevole sul ring di Modena. La sua prestazione contro il baldo Daniel Matellon, 21 anni di grande sostanza, guardia piuttosto frontale, fisico possente e colpi pesanti, ha toccato punte di assoluta perfezione tecnica. Il pugile di Casoria ha raggiunto un livello di rendimento ottimale. Certe schivate sul tronco, con rientro e combinazioni precise e rapidissime, hanno portato il pubblico al settimo cielo. Due round da cineteca, staccando il pur ottimo rivale, un piccolo carro armato che doveva fermarsi sui colpi precisi di reazione del nostro.

Grande spettacolo che non è mancato neppure nell’ultimo round, anche se Picardi doveva pagare qualcosa alla fatica e alla grande vitalità di Matellon. Il più bel match della rassegna, premiato ufficialmente con grandi coppe ai due protagonisti.

Damiani appariva entusiasta: “Vincenzo ha cambiato l’approccio sul ring, sa di essere bravo, ci crede e combatte per battere chiunque. Ai mondiali potrebbe essere la grande sorpresa. Intanto ha vinto tutti gli incontri disputati, superando signori campioni. Davvero bravo”.

Nei gallo, l’avvio di Vittorio Parrinello non era dei migliori. Sorpreso dalla partenza a mille di Yankiel Leon, argento di Pechino, che trova bersaglio col destro a ripetizione. Ripresa netta per il cubano. L’azzurro è però bravo a riorganizzare sia la difesa, muovendosi in continuazione e l’iniziativa, portando il sinistro di rottura e il destro più ficcante, capovolgendo la situazione.

Decisivo il terzo tempo, molto equilibrato e verdetto a maggioranza (2-1) e generoso per il nostro, al quale è stato dato quello che gli avevano tolto a Milano, dove il pari stava davvero stretto a Parrinello. Tenendo conto che l’azzurro ha ottenuto un bilancio favorevole contro il vice campione olimpico.

Ci sono sconfitte che fanno riflettere, altre che sono il segno di un miglioramento che il tempo dovrebbe confermare. Questa sintesi vale per Alessio Di Savino, ben diverso da quello confusionario e incerto dei primi duals. Ha perduto di misura contro il più alto ed esperto Ivan Onate, forza emergente dei 57 kg. titolare del titolo nazionale, sicuramente una delle punte emergenti.

Di Savino ha lottato alla pari per due round, togliendogli anche l’iniziativa e giostrando con ottima scelta di tempo. Ha perduto il filo solo nel terzo round, dove la maggiore abitudine alla fatica di Onate ha fatto la differenza. Bravissimo il cubano ma anche complimenti al romano che sta perfezionando tematiche non facili da eseguire.

Sostituire Domenico Valentino come è capitato al leggero Ignazio Crivello, siciliano di Bagheria, è un onore ma anche un onere pesante. Se poi si tratta del debutto in azzurro a 19 anni e ci si trova davanti Idel Torrente, mancino potente e cattivo, che non concede nulla e picchia come un fabbro, l’esame non è facile.

Crivello ha fatto più del suo dovere, tenendo fino in fondo, cercando di reagire alla furia di un rivale che ha cercato la soluzione fino all’ultimo. Un paio di conteggi di protezione all’azzurro, ma la soddisfazione di aver fatto appieno il suo dovere. Non sempre ci sarà un cubano a sbarrargli la strada e l’esperienza acquisita servirà per il futuro.

Peccato che ancora una volta si debba recriminare sulla prova di Dario Vangeli. L’atleta leccese era partito bene, replicando con vigore e convinzione all’ottimo Ronniel Iglesias, uno dei leaders della squadra, atleta estroverso, dotato di forte personalità. Il cubano, bronzo a Pechino, che contende a Ugas il posto nei superleggeri, è un talento vero, ma neppure Vangeli è da sottovalutare. Questo per un round e mezzo, dando corpo alle speranze di quel salto di qualità atteso da tempo.

Purtroppo tutto è finito in un calo incredibile, cancellando quanto di buono espresso nella prima parte. Vangeli è ripiombato nel buio, senza idee e razioni, incapace di quel moto d’orgoglio che serve per dare corpo a qualità che mostra in allenamento. Dario è ancora giovane, 21 anni, ma non può perdere troppe opportunità. Anche se limitata, la concorrenza esiste eccome.

Strutturalmente parlando, Carlos Banteur, vice campione d’Olimpia nei 69 kg., è decisamente un modello da imitare. Al napoletano Carmine Cirillo, altro soggetto che negli allenamenti mostra mirabilie, gli si offriva una nuova opportunità per dare corpo alle ambizioni di titolare. Banteur non è tipo da concedere pause, attacca con serie pesanti e continue e non è stato facile per l’azzurro evitare le bordate più pesanti. In questa occasione si è difeso bene, cercando addirittura di replicare nella terza a conferma di una condizione in crescita. Esame superato benino.

Altro nome nuovo per la nazionale maggiore, il romano Adriano Sperandio un medio longilineo di 21 anni, tricolore jr. nel 2006, con alterni risultati nelle prova azzurre giovanili. Esordire contro il medio Rey Recio Pla, il fenomeno giovane, classe ’91, alle spalle i mondiali cadetti 2007 e youth 2009, che sta mettendo in pericolo il posto a Correa, potrebbe far venire mal di testa. Sperandio, ragazzo riservato ed educato, ha affrontato un rivale tanto titolato col piglio giusto, nascondendo bene l’inferiorità atletica, la minore potenza dei colpi e la disabitudine a impegni tanto severi. Non poteva certo vincere, ma a noi questo ragazzo è piaciuto assai. Ha molto da imparare, ma ci sembra in grado di compiere progressi importanti. Bene ha fatto Bergamasco a metterlo sul ring.

Non si può dire che il rientro di Alex Sinacore sia avvenuto con la buona stella. Fermo da sei mesi, quindi ancora macchinoso nei meccanismi, ha avuto il torto di far sentire a Josè Larduet, classe 1990, mondiale youth 2008, l’emergente nei mediomassimi, l’atleta destinato a difendere Cuba a Milano e a Londra, un sinistro velenoso che ha messo in allarme Larduet.

Per evitare spiacevoli conseguenze, il cubano ha iniziato un forcing conclusosi al terzo round, col terzo conteggio a Sinacore, sorpreso dal destro che lo faceva planare al tappeto. Conteggio e stop del match. Peccato, Sinacore pur indietro nel punteggio stava combattendo coraggiosamente e in alcune occasioni ha fatto strabuzzare gli occhi al rivale. Certo, la differenza di abitudine ai grandi confronti e la ruggine di tanti mesi assente dal ring, ha pesato molto. Ma il romano non deve scoraggiarsi, ha volontà e passione, Merita una riprova, magari più morbida.

C’è chi storce la bocca, ritenendo eccessivi gli atteggiamenti di Clemente Russo. Ognuno ha la propria opinione, ma nel concreto i risultati danno ragione al campione del mondo e al vice olimpico massimi. Russo doveva saldare il conto contro Osmay Acosta, che vantava un successo nel 2008 a Kiev. Lo ha fatto con gli interessi, visto che adesso il bilancio è di 2-1 per il casertano. A Modena ha vinto in modo più netto che a Milano, vincendo il primo e dominando il secondo round. Non si è trattato di un confronto dal ritmo intenso, ma era nelle previsioni.

I due si temono e hanno esperienza. Inoltre la boxe di Acosta non è certo d’attacco. Il mancino dell’Havana ha buon allungo, ma anche poco propenso al rischio. Non salgono mai i punti nei suoi match. Russo che della tattica è maestro, sa benissimo che sorprenderlo non è facile. Ma quando decide riesce ad anticiparlo e colpire evitando la sua reazione.

Così è stato nei primi due round, nell’ultimo Clemente ha badato a non correre rischi, riuscendoci molto bene. Successo netto (3-0) e conclusione trionfale. “A Garlasco contro il russo non ero andato bene, stavolta ho fatto meglio che a Milano. Mi alleno gradualmente verso il traguardo dei mondiali. Intanto a Modena ho boxato con più scioltezza che nel primo confronto, ho vinto nettamente e questo significa che sono sulla buona strada”.

Ripetiamo, ha vinto Cuba 14 a 8, ma l’Italia è stata rivale di tutto rispetto nonostante avesse messo sul ring diverse seconde scelte.

Ancora una volta il LOC (Locatelli & Taveggia) ha ottenuto grande successo tecnico e spettacolare. Il pubblico di Modena si è deliziato nell’assistere ad una riunione di altissimo livello tecnico. Ogni match ha portato il pubblico all’applauso spontaneo, gratificando i pugili del dovuto riconoscimento di merito.

Prossimo appuntamento contro la forte Germania il 12 e 14 giugno a Milano e Voghera, dove il fotoreporter Marco Chiesa, che opera con Mondoboxe, allestirà una mostra dedicata alla memoria di Giovanni Parisi.

Ultima tappa dei duals, prima dei mondiali dal primo al 12 settembre, il doppio contro con gli USA il 10 (Milano) e 12 luglio a Orta in provincia di Novara.

La riunione di Modena, verrà irradiata su SKYSPORT 2, venerdì 15 maggio, con inizio alle 22.15. Telecronaca di Mario Giambuzzi.

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