5° edizione mondiali dilettanti: Mosca 1989

{joomplu:2047 left}I Mondiali dilettanti cambiano calendario e la quinta edizione si svolge a Mosca nell’anno dispari 1989 invertendo la rotta che voleva la disputa di Mondiali e Giochi Olimpici negli anni pari. La rivoluzione, causata dai verdetti falsati alle Olimpiadi di Seul ’88, è data dall’introduzione delle score machines per giudicare l’andamento degli incontri ed emettere un verdetto ripulito più possibile dalle scorie delle alleanze e delle sudditanze. Ogni giudice, nello spazio di un secondo e mezzo, deve pigiare il pulsante rosso o blu che identifica il pugile ad ogni colpo che ritiene valido. Quando tre dei cinque giudici, quasi simultaneamente, assegnano un punto, il computer lo ritiene valido e lo inserisce nello score ufficiale. Cambia il modo di boxare. I colpi in serie vengono poco considerati ed i pugili che li portano risultano penalizzati.

Le cronache dell’epoca ci raccontano di un’edizione molto ben riuscita, ricca di talenti che hanno offerto spettacolo. Sono ben 43 gli stati e 236 i pugili partecipanti. Unione Sovietica, Cuba e Stati Uniti presentano squadre al gran completo. L’Italia schiera la formazione dall’età media più bassa (siamo intorno ai 20 anni) ma dotata di elementi di cui sentiremo parlare anche in futuro: Luigi Castiglione (pesi minimosca), Luigi Quitadamo (gallo), Sandro Casamonica (piuma), Michele Piccirillo (superleggeri), Piero Severini (welter) e Genesio Marro (superwelter). Il dottor Richieri, capo delegazione, il presidente Marchiaro, i consiglieri Campolieto e Fileni, l’arbitro Leoni, il professor Francone ed i tecnici Falcinelli e Frontaloni completano la spedizione azzurra.

{joomplu:2052 left}L’Italia, che ha cominciato ad assaporare il gusto delle medaglie nell’82, si è ormai abituata a far salire un suo atleta sul podio ed anche a Mosca è riuscita nel suo intento. Dopo due supermassimi (Damiani e Chianese), stavolta, è toccata al peso gallo Luigi Quitadamo. Il nostro pugile eliminava prima un rappresentante della Mongolia per 31 a 1, poi l’australiano Younan per 22 a 6 ma in semifinale incappava nel bulgaro Todorov, campione europeo in carica con ben 150 incontri all’attivo. Tra due pugili molto tecnici abili nel gioco di rimessa, uno dei due doveva decidersi a boxare in modo diverso. Era il nostro Quitadamo a snaturare la sua boxe provando a mantenere l’iniziativa. Tattica che gli è riuscita anche molto bene – a quanto dice il direttore Fazi – ma Todorov è dotato di un lasciapassare che funziona spesso, la nazionalità bulgara e vince per 12 a 7. I giudici non osano ripetere la scandalosa decisione in finale dove, meritatamente, trionfa il cubano Carrion.

Passando in rassegna i risultati degli altri azzurri, cominciamo dai pesi minimosca. Il minuscolo pugliese Luigi Castiglione partiva con qualche difficoltà di fronte ad un guardia destra mongolo dal nome impronunciabile, Cogtzhargal ma, superato l’imbarazzo iniziale, terminava bene vincendo largamente la terza ripresa. Le macchinette decretavano la parità: 20 a 20. A questo punto, decideva l’arbitro che alzava il braccio al mongolo. Nei piuma, combatteva un altro talento nazionale, il romano Sandro Casamonica. Il laziale superava al primo turno il sudcoreano Lee per 27 a 14. Negli ottavi, partiva ad handicap contro il francese Lifa e, dopo due riprese, era in svantaggio. Non gli è bastata una pregevole terza ripresa, che secondo tutti aveva vinto, per recuperare nemmeno un punto di disavanzo e perdeva quindi per 21 a 17. Nei superleggeri, giocavamo una delle nostre carte vincenti, ancora un pugliese: Michele Piccirillo. Con disinvoltura, batteva al primo turno il canadese Leduc per 21 a 11 ma agli ottavi trovava un cliente scomodissimo. Un altro mongolo sulla nostra strada, Enkhbat è il numero 1 del suo team e vanta 212 vittorie su 225 match complessivi. Nonostante cotanto palmares, Piccirillo esordisce con un esplosivo gancio sinistro che fa contare il suo avversario. Forse, il nostro ha peccato di eccessiva sicurezza e, a fine incontro, si è ritrovato sotto nel punteggio: 21 a 13.

{joomplu:2056 left}Il welter Piero Severini, che è stato a lungo negli States, ha un tipo di boxe che si addice meglio al professionismo. Nella sua prima fatica, ha scambiato a viso aperto con l’ungherese Szabo colpendo anche duramente. Il magiaro è andato in difficoltà in più occasioni ma, complici anche problemi al caschetto che l’hanno rifiatare più volte, al termine del match, era lui a trionfare per 30 a 26. La generosità ha ostacolato il superwelter campano Genesio Marro che ha combattuto contro l’ottimo romeno Obreja, esperto vice campione d’Europa. Abbiamo detto che scambiare colpi in serie non paga col nuovo sistema delle macchinette. Marro l’ha fatto ma le macchinette questa volta non hanno lavorato molto perché l’azzurro, colpito d’incontro, è andato ko al 1° round. Tra i campioni e i medagliati riconosciamo molti volti noti. L’Unione Sovietica sopravanza le altre nazioni e risulterà prima nel medagliere davanti alla solita Cuba guidata dal coach Alcides Sagarra, la Germania Est, gli Stati Uniti di Pat Nappi e la Romania. La lista dei neo campioni mondiali è la seguente: Eric Griffin (pesi minimosca, USA, quasi 22 anni), Yuri Arbachakov (pesi mosca, URSS, quasi 23 anni), Enrique Carrion (pesi gallo, Cuba, 29 anni), Ayrat Khamatov (pesi piuma, URSS, 24 anni), Julio Gonzalez (pesi leggeri, Cuba, 23 anni), Igor Ruzhnikov (pesi superleggeri, URSS, 24 anni), Francis Vastag (pesi welter, Romania, 20 anni), Israel Akopkokhyan (pesi superwelter, URSS, quasi 29 anni), Andrey Kurniavka (pesi medi, URSS, 21 anni), Henry Maske (pesi mediomassimi, Germania dell’est, 25 anni), Felix Savon (pesi massimi, Cuba, 23 anni) e Roberto Balado (pesi supermassimi, Cuba, 20 anni).

 

MEDAGLIERE

  • 1° URSS (5 ori, 2 argenti e 4 bronzi)
  • 2° Cuba (4 ori, 4 argenti e 1 bronzo)
  • 3° Germania Est (1 oro, 4 argenti e 2 bronzi)
  • 4° USA (1 oro e 2 bronzi)
  • 5° Romania (1 oro e 1 bronzo)
  • 6° Bulgaria (2 argenti)
  • 7° Norvegia (3 bronzi)
  • 8° Germania Ovest e Ungheria (2 bronzi)
  • 10° Australia, Cecoslovacchia, Egitto, Irlanda, Italia, Jugoslavia e Polonia (1 bronzo)

{joomplu:2044 left}I mondiali del 1989 rappresentano una netta linea di demarcazione anche per le prospettive professionistiche dei pugili. Il processo di smantellamento del blocco sovietico e dello sport dilettantistico di stato sarebbe incominciato di lì a poco, a beneficiare di questi cambiamenti saranno soprattutto i pugili dei paesi dell’est europeo. Caduti i vincoli al professionismo dei pugili russi, di lì a poco iniziarono la nuova carriera le medaglie d’oro Yuriy Arbachakov, Ayrat Khamatov e Igor Ruzhnikov. Dei tre solo il primo avrebbe fatto strada, nel 1990 il russo trovò ospitalità, insieme al connazionale Nazarov (bronzo nei mondiali 1986) in Giappone dove divenne un beniamino locale e si laureò campione WBC dei pesi mosca mantenendo il titolo per oltre quattro anni. Un altro russo, che ai mondiali si fermò alla medagli di bronzo seguì più o meno la breccia aperta da Arbachakov, Konstantin Tszyu che nel 1992 migrò in Australia dove sarebbe diventato uno dei migliori pesi super leggeri della storia. Fu l’edizione anche dei pugili tedeschi, da questo mondiale uscirono tre pugili che cambieranno la storia della boxe professionistica teutonica, l’oro Henry Maske ed i due bronzi Axel Schulze e Sven Ottke. Dell’Est i primi due, dell’Ovest il terzo, Maske si impossessò del titolo IBF dei medio massimi, Ottke di quello dei super medi, Schulze ufficialmente non divenne mai campione del mondo ma come peso massimo seppe accendere le attenzioni del pubblico tedesco. Tra gli altri campioni usciti da questa edizione non si possono dimenticare i pesi massimi Andrzej Gołota e Zeljko Mavrovic e poi Richie Woodhall, Khalid Rahilou e Raul Marquez. Degli italiani presenti, Michele Piccirillo è, ovviamente, quello che da professionista si è tolto le maggiori soddisfazioni con un titolo mondiale IBF dei welter e due volte campione europeo, poca fortuna ebbe il medagliato Luigi Quitadamo che si fermò dopo soli cinque incontri, fortune alterne per Luigi Castiglione e Sandro Casamonica.

 

Gallery fotografica Mondiali Mosca 1989 

Principali fonti consultate: amateur-boxing.strefa.pl, Annuario della Boxe Italiana 2009, Boxe Ring, Wikipedia, www.boxrec.com.

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