L’Italia a Milano domina una Germania coraggiosa. Domenica il bis a Novara
Vittoria con record dell’Italia sulla Germania: otto vittorie e un pareggio. Nella lunga storia degli scontri diretti tra le due nazionali, il precedente riguardante il successo più netto degli azzurri sui rivali tedeschi datava dal 18 novembre 1931 in trasferta. Sul ring di Amburgo, i nostri alfieri schiacciarono i padroni di casa con sette vittorie e due pareggi.
Dopo il 17-1 del Palalido a Milano, la situazione si aggiorna e pone al primo posto questo successo che conferma la crescita dell’Italia, non solo a livello di individualità, ma in chiave generale. Se a Chicago e a Pechino, i nostri protagonisti furono Cammarelle, Russo, Valentino e Picardi, dalla stagione in corso, si aggiungono altri nomi quali Parrinello e Di Savino, il ritrovato Pinto e sulla buona strada sembrano anche Podda, Vangeli e Marziali anche se per loro il cammino e solo all’inizio.
Il LOC di Andrea Locatelli e Paolo Taveggia, ha decisamente lavorato bene, creando un tessuto sempre più ampio di attenzione alle sfide della nazionale, per cui il confronto con i colleghi tedeschi, decisamente meno stuzzicante dei precedenti con Russia e Cuba, ha saputo convogliare oltre 1500 spettatori, cifra ragguardevole in rapporto ad esperienze del recente passato, anche con i professionisti. Evidentemente la continuità premia e lo zoccolo duro degli appassionati di boxe non è diminuito, semmai il contrario.
Il successo azzurro era nei pronostici ed è stato mantenuto anche nei numeri, ma sarebbe errato pensare ad una passeggiata come il risultato di 17-1, lascerebbe supporre.
Pur se i tecnici Adolf Angrick e Michael Stachewicz non hanno portato tutto il meglio, preferendo dare ad alcuni giovani l’opportunità di confrontarsi con rivali più titolati, la squadra ospite ha lottato con grinta e impegnato tutti gli azzurri.
Alcuni degli ospiti, sconosciuti al pubblico si sono battuti con grinta e fatto intravvedere qualità che in prospettiva daranno i frutti, ovvero i risultati che stavolta sono mancati. Oltretutto i più esperti dei tedeschi hanno avuto la sfortuna di affrontare rivali azzurri decisamente di alto livello.
Il primo colpo di gong ha visto il confronto nei welter tra il mancino romano Alessandro Marziali, contro il più alto Rinat Karimov, dalle braccia tentacolari, che ha provato a frenare le folate offensive dell’italiano col sinistro e in particolare col destro in montante. Marziali, apparso molto teso e poco lucido, ha impiegato tutto il primo round per trovare le contromosse. Nel secondo e in particolare nel terzo round, l’azzurro intensificava il ritmo offensivo, aprendo la guardia del rivale, che ricorreva ad abbracci esagerati, evidentemente stanco. Marziali riusciva così a firmare la prima vittoria in azzurro, sprecando tesori di energie, senza pensare all’impegno di domenica.
Entrambi mancini, Dario Vangeli e Felix Lamm, classe ’90, dal fisico compatto e dal record di oltre cento incontri, quindi esperienza maggiore dell’italiano che esperto. Scontro tra due mancini, sul filo dell’equilibrio per due round, anche se Vangeli tiene l’iniziativa, ma paga in attacco, quando non completa l’azione. Lamm è furbo e attento, sa legare e colpire a sorpresa e ci vuole lo sprint decisivo del terzo tempo, con Vangeli che detta il tempo dei colpi mentre il tedesco sente il peso della fatica. Vittoria netta anche se non facile per l’azzurro.
Altro azzurro che voleva a tutti i costi vincere, parliamo del piuma Alessio Di Savino, in crescendo di condizione, come ha dimostrato tenendo a bada un cliente scomodo quale Marcus Abramowski, classe ’85, bel longilineo, passione per il climbing e le buone letture. Guardia frontale, ottima tenuta e propensione allo scambio, tattica che ha mantenuto fino alla fine. La differenza si è avuta nella velocità e precisione di Alessio, oltre alla mobilità sul tronco e il gioco di gambe. Uno degli incontri più spettacolari e il romano merita un grande applauso per aver battuto un avversario per niente facile. Anche per lui la prima vittoria nei dual match, dopo sette sconfitte e un pari.
Il quarto successo, che ampliava la forbice tra le due compagini, giungeva per merito del gallo dalle lunghe leve Vittorio Parrinello ormai continuo ad alto livello. Il rivale Dieter Geier detto “pupil”, 19 anni a luglio, grande speranza tedesca, protagonista tra i giovani, con un record di quasi 80 incontri, impensabili da noi, ha pagato lo scotto dell’inesperienza e la sfortuna di trovarsi contro uno dei migliori atleti europei. Il match è sempre stato nei guantoni di Parrinello, che possiede un sinistro da manuale e usa anche il destro a conclusione. Geier ci ha provato ad uscire dal guscio di una difesa e testuggine, ma è dovuto subito rientrare. Larghissimo successo e punteggio sull’8-0 dopo quattro confronti.
L’unico punto degli ospiti, che leniva parzialmente l’amaro di una sconfitta pesante, arrivava dal medio Terence Vorrath, niente di straordinario, comunque più smagato con 130 match alle spalle, capace di risalire nel round conclusivo di fronte ad un Luca Podda che, dopo i lavori pesanti a Pietroburgo, si è trovato con i muscoli pesanti.
Nello spogliatoio, il ct Raffaele Bergamasco, l’aveva avvisato: “Quando senti che arriva la stanchezza, non forzare, colpisci solo in velocità”. Consigli preziosi ma difficili da eseguire sul ring. Il pugile sardo-romano ha tenuto bene per due round, colpendo anche con discreta potenza. Acquisendo un piccolo margine. Svanito nell’ultimo tempo quando le braccia non agivano come avrebbe voluto. Domenica vedremo se saprà rifarsi.
Vicenzo Picardi ha proseguito la striscia vicente, confermando di essere una garanzia. Eppure non è stato per niente facile. Il mosca Ronny Beblik, oltre cento sfide in carniere, punta della Germania, campione nazionale, vincitore di tornei all’estero ha dimostrato di essere tipo tosto. Picardi ha vinto le prime due riprese, lavorando di braccia e gambe, per non farsi anticipare da un avversario al quale non mancano i mezzi atletici. Nella tornata conclusiva la stanchezza si è fatta sentire mica male ed è stato giocoforza ricorso all’innata generosità, evitando lo scambio corto che cercava il tenacissimo Beblik. Un successo costato tesori di energie, molto apprezzato dal pubblico..
Stesso trattamento per Domenico Valentino, finalmente sereno, avendo lasciato lontani i problemi alla mano destra. Il talentuoso leggero di Marcianise, due medaglie mondali in bacheca (bronzo e argento) e l’ambizione di fare ancor meglio in futuro, ha mostrato al pubblico boxe raffinata per palati fini. L’avversario Sinan Bayrak di 22 anni, studente universitario e campione studentesco di categoria, ha capito subito che il vento spirava tutto dalla parte dell’italiano e si è adeguato. In difesa, qualche sortita col sinistro e rari tentativi di destro, mentre Valentino teneva l’iniziativa a colpiva con rapidità incredibile. Tre riprese uguali a senso unico. Una dimostrazione di grande classe e condizione atletica che si avvia al top a parte di Domenico, fresco sposo. La prestazione gli è valso il riconoscimento da parte dei giornalisti presenti dell’ambito trofeo “Giovanni Parisi”.
Per Clemente Russo (90) e Roberto Cammarelle (+91) l’accoglienza più sonora con applausi che salivano fino alle volte del Palalido. I due beniamini, dalla diversa personalità e impostazione tecnica, non hanno deluso le attese.
Clemente ha sciorinato la sua boxe particolare, fatta di fine e rientri improvvisi, di provocazioni tattiche, contro il plastico massimo di Francoforte Stefan Koeber, ripetendo il successo di Halle nel 2008.
La boxe di Clemente è spettacolare e rischiosa, per questo la gente ne è affascinata. Koeber, esperto di computer e di canzoni popolari, lo sovrastava in altezza e ha provato a colpire un bersaglio in apparenza sguarnito, con scarso successo. Per contro, ha dovuto incassare le combinazioni rapide dell’italiano, in progresso di forma. Vittoria nettissima, per la gioia del pubblico.
Roberto Cammarelle, presentatosi con barba lunga, contro il monumentale Erkan Teper, vice campione nazionale, vincitore nel 2005 a Cuba, coraggioso e tenace, ha accettato lo scambio a breve distanza, che il tedesco cercava. Il campione di Chicago e Pechino si è battuto a viso aperto, alzando l’atmosfera della sfida. Teper, il più anziano della squadra, classe 1982, genitori turchi li nato a Heidelberg, si è dimostrato incassatore formidabile.
Ha tenuto fino alla fine, pur subendo un kd e sopportando momenti difficili. Sconfitto con onore, mentre Roberto scuoteva la testa dopo l’incontro, non troppo soddisfatto. “Volevo farlo contare prima, in modo da gestire senza troppo impegno il match. Mi ha tenuto sotto pressione per tutte le riprese. Ho sbagliato a non insistere al corpo, in particolare col sinistro al fegato. Sarà per domenica, sempre che no nasca il figlio quel giorno”. Il pubblico di Novara si augura che l’erede di Roberto arrivi la prossima settimana.
L’Italia anche in questa occasione, dove tutti i titolari non erano certo al meglio, ha fatto vedere un rendimento globale sicuramente di alta qualità. La crescita dei ragazzi che lavorano sotto la guida di “Lele” Bergamasco e Francesco Damiani sembra inarrestabile. Lo spirito del gruppo serve come stimolo per tutti. Domenica il bis a Novara assicura ancora grande spettacolo.
L’appuntamento è al Palasport “Dal Lago” in viale Kennedy, 34. L’inizio della manifestazione alle 17,30, apertura alle 17. Organizza la Novara Boxe, per informazioni contattare Luigi Rossing tel. 348.4453426.
La fatica del primo incontro potrebbe determinare sorprese. Molti dei nostri atleti hanno concluso parecchio stanchi, in particolare Picardi, Podda e Marziali. Si tratta di capire se il riposo di un giorno è stato sufficiente al recupero pieno. Questo rende la vigilia parecchio incerta, quindi meritevole di essere vista.
Chi non avesse seguito l’evento su Sky Sport, potrà vederlo alle 21 su Sky Sport 3 in differita. Come domenica, sempre su Sky Sport 3 alle 15.45.