La sera del 12 luglio: per Parisi, l’apoteosi nel suo stadio di Voghera, grande musica e boxe

{joomplu:2421 left}Il 25 settembre 1992, allo Stadio di Voghera, Giovanni Parisi diventava campione del mondo dei leggeri WBO, battendo per ko al 10° round, il messicano Josè Altamirano, franato al tappeto da un devastante gancio destro alla tempia, senza possibilità di appello.

Una vittoria strepitosa, esaltante, nata sullo spavento di un primo round da paura, con Giovanni due volte al tappeto, pizzicato al mento dal destro di un rivale che sembrava deciso a sbrigare la pratica iridata in tutta fretta. L’italiano invece si era rialzato e, ripresa dopo ripresa, tesseva una tela di azioni nelle quali l’avversario finiva per non raccapezzarsi più. Fino al ko definitivo e clamoroso.

La prima impresa del dopo Seul, alla quale ne sono succedute molte altre, dalle vittoriose difese al passaggio nei superleggeri con l’altro alloro iridato, afferrato il 9 marzo 1996 al Palalido di Milano, contro il portoricano Sammy Fuentes sempre per la WBO. Gli anni ruggenti fino al ’98, incontrastato protagonista della boxe italiana, capace di richiamare il grande pubblico attorno al ring. Una carriera durata 12 anni senza interruzioni, alla quale si sono aggiunte apparizioni successive ricche di pathos ma anche difficili perché la passione non sempre va in parallelo con la condizione atletica e l’approccio con la durezza del ring. Il ricordo di Giovanni non mai ha avuto incertezze. Un campione con la C maiuscola, e tale resterà nella memoria.

La sera del 25 marzo scorso, la storia di Parisi si è fermata improvvisamente. Si sono spente le luci di una strada che aveva ancora tanti km. da illuminare. Fato e tante altre banalità sono state messe nel lessico dei perché, tutto giusto e tutto inutile. Giovanni ha bloccato la sua corsa in prima persona, ma non si è fermato mai. Talmente forte la sua personalità che adesso sembra scattare l’altro capitolo nuovo e non meno affascinante, perché il pugile, l’uomo, il marito e il padre sembrano veleggiare sui venti di iniziative che lasceranno il segno come e più che fosse ancora tra noi.

Per questo, Parisi a distanza di oltre sedici stagioni, il 12 luglio, tornerà nella sua Voghera, nello stadio che lo ha visto trionfare nella sua unica apparizione da pugile per diventare campione del mondo e sarà una sera davvero speciale. Il LOC di Andrea Locatelli con Paolo Taveggia e Gianni Filippini incaricato per l’evento specifico, ha fatto le cose in grande.

{joomplu:2419 left}Illustrate in anteprima a Pontecurone, località tra Tortona e Voghera, nella stupenda Villa Liberty ora Hotel di incantevole tranquillità, un giardino di  8000 mq. a circondare la struttura del XIX secolo fatta costruire dalla famiglia Agerli. Nel centro congressi, presente il sindaco di Voghera, l’assessore allo sport e il presidente federale Franco Falcinelli, davanti ad una platea decisamente numerosa, dai giornalisti agli operatori del settore, rappresentanti di società e tanti dirigenti, ne sono stati svelati i passaggi più importanti.

La signora Silvia Parisi, sempre più bella e sempre più coinvolta in questo racconto che non si è esaurito nel giorno del lutto, ma ha preso la spinta per realizzare quanto “Flash” aveva sognato.
“Sono orgogliosa di fare parte attiva di questa iniziativa, perché Giovanni questo voleva. Che il pugilato uscisse dal ghetto del silenzio e dell’equivoco di sport per pochi intimi. Quanto stanno facendo gli amici del LOC con i quali sto lavorando in piena unità di intenti è lo specchio dei suoi desideri”.

Quando Andrea Locatelli parla di Parisi è sempre un fiume in piena, L’entusiasmo degli anni trascorsi al suo fianco, le vigilie e le battaglie, i successi e anche le sconfitte sono rimaste nel suo cuore e battono all’unisono come fossero sensazioni attuali.

“Dobbiamo dimostrare che la boxe è un grande sport, che merita rispetto e attenzione. Questo è il momento di compiere il salto di qualità. Il 12 luglio lo stadio di Voghera sarà un vero vulcano di fuochi d’artificio che saliranno in alto, molto in alto. Consacreranno quel passaggio che tanto stava a cuore al ragazzo che a Voghera aveva trovato tutto. Restituendo con gli interessi di vittorie indimenticabili l’accoglienza. Per questo ho la certezza che quella che abbiamo allestito sarà la festa più gradita al campione. Il tributo più bello”.

{joomplu:2422 left}Anche Franco Falcinelli condivideva questa tesi, dimostrandosi entusiasta: “Giovanni è stato grande sul ring, poteva diventarlo anche dopo aver appeso i guantoni al chiodo. Quanto viene allestito adesso è la continuità di una vocazione sportiva e l’esempio che il pugile e l’uomo erano troppo grandi per disperdere il ricordo, anche dopo la sua scomparsa terrena. Sono accanto agli amici che lavorano a questo progetto e mi rivolgo in particolare alle autorità di Voghera, al sindaco e all’assessore che in precedenza hanno dimostrato con i fatti la loro genuina passione per la noble art, di avere attenzione per le iniziative che riguardano la nascita di nuove palestre in zona. In un momento in cui bullismo e delinquenza stanno prendendo sempre più spazio tra i giovani, il pugilato rappresenta un deterrente sociale di assoluta garanzia. E non da adesso”.

Il sindaco Aurelio Torriani ha confermato che la giunta comunale ha deciso all’unanimità di intestare lo stadio cittadino, la struttura sportiva più importante della città, a Giovanni Parisi. L’ufficializzazione la sera del 12 luglio in occasione della sfida tra Italia e Stati Uniti, ultimo atto dei dual match in preparazione ai mondiali di settembre a Milano.

Gianni Filippini, che ha curato nei dettagli la manifestazione, non nasconde la soddisfazione di aver realizzato qualcosa che va oltre le attese: “La boxe sarà parte integrante, ma acconto alle sfide sul ring lo spettacolo della grande musica avrà uno spazio non minore. Una coreografia particolare: un tappeto di oltre 300 metri ricoperto di fiori rossi, accoglierà tutti gli artisti. L’esecuzione musicale affidata all’Orchestra Sinfonica Nazionale Ungherese diretta dal direttore d’orchestra Bruno Aprea, una delle bacchette più importante nel panorama internazionale, composta da 60 professori, la voce del tenore Mario Malagnini a deliziare i presenti e una scaletta studiata nei minimi particolari. Dall’introduzione verdiana con la sinfonia del Nabucco, poi l’acuto di “Vincerò” dalla Turandot di Puccini. L’ingresso delle nazionali sarà scandito dalla Marcia Trionfale dell’Aida e lo stadio sarà pervaso dall’atmosfera magica anche per il supporto delle voci del Coro Lirico di Rimini. Gli inni nazionali, nell’intermezzo le note possenti della Cavalleria Rusticana e a chiusura non poteva mancare quel “Và pensiero” del Nabucco che rappresenta uno dei momenti più esaltanti della musica di Giuseppe Verdi. Sono certo che un simile programma avrà il successo che merita: l’esaurito allo stadio”.

Tutto l’incasso verrà devoluto per costruire strutture sportive in Abruzzo. Non ci sono biglietti omaggio e questo fa parte di una scelta che onora il ricordo di Giovanni Parisi.

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