Unione Europea, bronzo con Rossano. Germania e Inghilterra protagoniste
Si sono conclusi i Campionati dell’Unione Europea, giunti alla 7° edizione. Ospitati a Odense, la terza città della Danimarca, nell’isola di Fionia nel cuore della nazione, dove da anni si corre una maratona di livello internazionale. Approdo importante, non avendo precedenti di grande richiamo con la boxe.
L’Italia ha raccolto un bronzo col supermassimo Francesco Rossano, lo stesso risultato della scorsa edizione ottenuto da Vincenzo Picardi in Polonia a Cetniewo. Dopo l’oro di Cammarelle nel 2007, dove l’Italia era presente con ben nove pugili, ma un bilancio piuttosto magro: argento di Russo, i bronzi di Picardi, Valentino e Del Monte, fuori dal podio Pinto, Parrinello e Diego Di Luisa, e solo Roberto su quello più alto, l’unico ad aver vinto ben quattro edizioni, dal 2004 in avanti, la scelta tecnica dei responsabili azzurri non ha più messo in primo piano la rassegna nata come Trofeo Unione Europeo a Strasburgo in Francia nel 2003.
In quell’occasione furono presenti 17 nazioni per un totale di 91 pugili. L’allora ct. Francesco Damiani si presentò con Picardi (51), Pisanti (54), Boschiero (60), Zamora (64), Bundu (69) e Russo (81). Bronzo a Zamora e argento a Boschiero. Qualche verdetto punitivo, ma Franco Falcinelli, uno dei promotori, fece buon viso a cattiva sorte. Nelle successive edizioni l’Italia andò meglio.
Nel 2004 in tre con l’oro al collo: Pinto, Valentino e Cammarelle, mentre Di Rocco e Russo si fermavano prima. Tra l’altro Valentino batteva in finale il turco Aydin Selcuk – attuale cosfidante europeo nei professionisti – prendendosi la rivincita alla sconfitta subita agli europei di Pola, nella qualificazione per Atene.
Nel 2005 è l’Italia che ospita l’evento ad Aborea vicino a Cagliari. Bilancio record: sette atleti al via, quattro primi posti con Pinto, Valentino che batte in semifinale l’inglese Gavin, Russo e Cammarelle, oltre all’argento di Cirillo. All’asciutto Picardi ancora timido e Lo Greco a disagio sui quattro round di 2’.
Nel 2006 si ripetono Valentino e Cammarelle, mentre a Pinto tocca l’argento. Fuori dal podio Russo che perde contro il croato Dipalo, stessa sorte per Del Monte, Carmine e Michele Cirillo nessuna parentela, mentre Parrinello coglie il bronzo.
Si arriva al 2007, di cui abbiamo già parlato, con relativo cambio di rotta. Nel 2008 siamo presenti col piuma Alessio Di Savino ancora verde di esperienza, battuto di misura dal polacco Chudecki e il mosca Vincenzo Picardi, favorito dal sorteggio che lo proiettava direttamente in semifinale, ma preso in velocità da Rafal Kaczor, altro polacco di buon livello che avrebbe vinto il torneo a spese del giovanissimo inglese Saeed Yafai.
Stavolta la squadra aveva tre rappresentanti: il welter Carmine Cirillo, capace di farsi battere dal modesto Luis Portuondo, col quale avrebbe dovuto giocare a palla. Finisce 8-7 per il belga, magari un verdetto generoso per l’altro, ma un pugile esperto come il campano, che in allenamento mostra mirabilie e in combattimento rende il 20%, non può lamentarsi se fatica contro Portuondo. Stesso discorso per l’altro militare Salvatore Grieco passato nei medi. Il magiaro Imre Mona era il più modesto della compagine balcanica, ma è bastato per annullare l’azzurro che si muove molto e conclude poco o nulla. Un difetto che dopo diverse stagioni di attività, sembra difficile da eliminare.
Il terzo azzurro era il giovane supermassimo Francesco Rossano, che nei voti dovrebbe rappresentare il dopo Cammarelle. L’allievo dei maestri Brillantino e Santoliquido, che fa parte delle FFOO, milita nel giro azzurro da quasi quattro stagioni, si avvicina ai 21 anni e ha messo a bersaglio anche qualche buon risultato. Non è molto fortunato, come è stato per l’incidente alla mano destra contro il tedesco Boris Boshenko in Germania. Due giorni prima aveva battuto il campione di Germania Erik Pfeifer, che a Odense ha vinto il titolo UE.
Rossano meglio dello slovacco Stefan Sliz in avvio, cedeva alla distanza contro l’ungherese Istvan Bernath che ha buona stazza, ma minore tecnica. L’italiano è stato in partita metà match, poi ha mollato e per l’avversario è stato tutto facile: 10-4. Ci sono i motivi di una prestazione negativa, principalmente dovuti al lungo stop e quindi il riadattamento alla distanza. Speriamo che sia solo quello e non una questione caratteriale. In soldoni, quando si tratta di stringere i denti, manca la determinazione per soffrire. Dico questo perché il pugile tecnicamente è molto bravo, anche se muscolarmente c’è da lavorare, fisicamente bene attrezzato.
A Odense il record negativo l’ha comunque toccato la Francia, che si è presentata con sei atleti di prima scelta, cinque reduci dalle prestazioni superlative contro Cuba. Il mosca Nordine Ait-Ihya che si era permesso il lusso di battere Yampier Hernandez bronzo olimpico, il gallo Brahim Zendaoui avversario di Yankiel Leon, il piuma Amine Boumerdaci, il welter Jaoid Chiguer capace di tenere in scacco Rey Recio battendolo 5-4 e tenere alla pari contro Carlos Banteur (3-5). Infine il medio Johan Nilusmas, battuto da Recio con tutti gli onori. Il sesto era il superleggero Samir Machrouh vice campione nazionale. Non ci crederete, ma hanno perduto tutti al primo turno! Se può consolarci.
Non sono mancate le sorprese come le conferme. Il mediomassimo irlandese Kenny Egan, vice campione olimpionico a Pechino, dopo aver battuto il mestierante romeno Bejenaru, che gli italiani ben conoscono e lo svedese Skoglund, è scivolato contro il tosto magiaro Imre Szello (7-6) che poi si è aggiudicato il titolo a spese dell’inglese di colore Obed Mbwakongo finito ko al secondo round, dopo uno scambio violentissimo.
La Germania ha condiviso con l’Inghilterra il ruolo di protagonista. Tre ori a testa, due all’Irlanda e all’Ungheria. Solo quattro nazioni sul podio più alto, segnale non incoraggiante. Di certo in proiezione dei prossimi mondiali fissati a Milano dal primo al dodici settembre, qualche nome va sottolineato.
Per primo il superleggero inglese Bradley Saunders, classe ’86, bronzo ai mondiali 2007, presente a Pechino, che dopo aver battuto in finale al torneo di Pola (Croazia) il doppio campione olimpico (2004 e 2008) il russo Alexey Tischenko passato nei 64 kg. ha dominato tritando prima i rivali del Regno Unito, il gallese Rees e l’irlandese Sutcliffe, disponendo in finale con grande sicurezza del quotato magiaro Gyula Kate, anche lui presente ai mondiali e ai Giochi 2008.
Tra i tedeschi va segnalato il gallo Denis Makarov che l’ha spuntata in finale su Joe Nevin una delle punte irlandesi, che aveva dominato l’inglese Campbell recente vincitore a Pola. Sfortunato il medio teutonico Buga, grande personalità contro il francese Nilusmas, purtroppo infortunatosi e costretto a rinunciare in semifinale.
Altri inglesi da tenere d’occhio il 48 kg. Tommy Stubbs e in particolare Saeed Yafai, oro ai mondiali cadetti nel 2005 a Liverpool, battendo in finale Luis Yanez (Usa), passato nei mosca, bocciato per Pechino, sta mostrando grandi progressi con una boxe tutta sulla scelta di tempo, non facile da eseguire, ma di alto contenuto tecnico. La Spagna, tre in partenza, ha raccolto l’argento col massimo Oliva Aleman, niente di straordinario, anche se dotato di pugno pesante. Contro l’irlandese Sheehan, nulla ha potuto.
Assente la Bulgaria, in ribasso la Romania, presenze sporadiche di Slovacchia, Croazia, Norvegia, Olanda e Belgio, mentre la Turchia, che si era presentata con sette pugili, alcuni campioni nazionali è la pallida squadra che in passato vinceva anche grazie alle pressioni del segretario dell’EABA, mister Paganelli, con le giurie. Una sola vittoria contro sette sconfitte. Venti nazioni presenti, ma troppe squadre con un pochi atleti. Forse è giunto il momento di una riflessione se dover cambiare qualcosa per incentivare una rassegna che dovrebbe servire come riferimento importante dell’Europa.
L’approccio tiepido dell’Italia nelle ultime due edizioni, nonostante abbia in Cammarelle il campione più vittorioso (4) seguito da Valentino (3) e Russo presente a cinque edizioni, una vittoria e un secondo posto, oltre a Pinto due centri e un argento, dovrebbe far riflettere.