Giochi del Mediterraneo: poker azzurro e altrettanti bronzi all’Italia prima nel medagliere
{joomplu:2644 left}Concluso il lungo torneo di pugilato dei Giochi del Mediterraneo, disputato al Palaghiaccio di Avezzano nell’Aquilano. Diciassette nazioni al via, tredici a medaglia, solo cinque all’oro. Come nei pronostici l’Italia ha raccolto più di tutte le concorrenti, anche se in semifinale qualche rimpianto c’è stato.
In particolare col mosca Vincenzo Picardi e in parte col piuma Di Savino che non ci ha capito contro Stankovic un serbo forte, ma non proprio indecifrabile. Nulla da fare per il medio Luca Podda contro l’algerino Rachid Hamani, che poi ha vinto il titolo. C’è da fare una premessa sui nordafricani, che hanno tutti i quasi la stessa boxe, antispettacolare e spigolosa, basata sull’attesa dell’errore dell’avversario in attacco, un mordi e fuggi con clinch spesso indisponenti.
Gli arbitri sono spesso in difficoltà, perché i pugili sono furbissimi e sanno dosare il rischio, in modo che non diventi passabile di richiamo. Il quarto bronzo è andato ad Alfonso Pinto, tornato nei 48 kg. ma non ancora in forma per tenere alla pari con il lanciato e fortunato francese Jeremy Beccu, che ha vinto l’oro dopo una battaglia alla pari con lo spagnolo Kelvin De La Nieve che sta collezionando secondi posti, dopo quello europeo a Liverpool bissa al Mediterraneo con un +3-3 che lascia l’amaro in bocca. Da segnalare che questa finale è stata tra le più spettacolari.
L’Italia ha portato all’oro tutti e quattro i finalisti, ottenendo la promozione piena, anche se sul piano spettacolare, solo Domenico Valentino ha dato veramente lezione di boxe di fronte al croato di antico pelo, il trentenne Filip Palic, atleta generoso e resistente, ma troppo monocorde per impensierire un Valentino che sta ritrovando la condizione perfetta in vista dei mondiali di settembre. L’azzurro ha tenuto a bada tutti gli assalti di Palic, che non ha mai smesso di avanzare pagando pegno ben oltre il risultato numerico dei giudici (12-3). La velocità di Mirco era troppo superiore come la mobilità delle gambe. Nella parte finale, nonostante i consigli all’angolo, Valentino ha voluto scambiare per fa salire lo spettacolo. Anche in questa situazione, non congeniale all’azzurro a rimetterci è stato il croato che per portare un colpo abersaglio ne riceveva il triplo.
Cammarelle ha vinto per rinuncia del croato Marko Tomasovic, infortunatosi nella semifinale. Negli altri due incontri che ci riguardano, il gallo Vittorio Parrinello ha battuto l’ostico algerino Ouradi che ha provato a vincere con mezzi non sempre leciti. L’azzurro ha cercato di boxare, di tenerlo lontano con spostamenti, ma la furia del rivale era inarrestabile, soltanto che cercava di ottenerla caricando come un toro, tirando sventole poco convenzionali.
L’arbitro ha forse esagerato negli interventi, ma i due richiami erano sacrosanti. Il primo per abbracci e testate, il secondo per un colpo fuori tempo. Il 12-3 finale rispecchia il divario, anche se Ouradi non era d’accordo, abituato a combattere in casa dove gli è permesso tutto.
Il tetto dell’antiboxe l’ha raggiunto il massimo tunisino Mourad Sahraoui, strutturalmente uno splendido atleta in falsa guardia, più alto di Clemente Russo con braccia lunghissime e anche una buona impostazione. Nel 2005 ad Almeria in Spagna, aveva conquistato l’oro nei mediomassimi. Conoscendo le qualità dell’azzurro, ha impostato un match non solo difensivo, ma ben deciso ad evitare ogni scambio aperto. Così facendo ha tolto alla sfida le fasi di scambio, per cui solo le fiammate non facili di Russo hanno dato qualche emozione. L’azzurro ha vinto largo (8-3) ma non ha potuto esprimersi al meglio.
E’ parso innervosito e infastidito dal taglio allo zigomo sinistro, evitando a sua volta di dare battaglia. Si è affidato a colpi isolati, che hanno avuto successo, perché spesso a bersaglio. Il terzo round è stato il più battagliato, con Sahraoui che, vistosi indietro nel punteggio, ha finalmente cercato lo scambio, dove è uscito battuto, ma almeno a messo qualche colpo a bersaglio. Con questo incontro, secondo i conti di Demetrio Romanò, il campione del Mondo ha toccato il 200° match.
I responsabili della squadra Francesco Damiani e Raffaele Bergamasco, possono essere soddisfatti, otto atleti sul podio, meglio di tutta la concorrenza. Sicuramente meglio dei francesi che speravano di stare alla pari con gli azzurri.
In finale i transalpini hanno raccolto tre ori, con altrettanti finalisti, oltre ad un bronzo. La Turchia con 11 atleti al via, ha vinto due titoli, col piuma Kerem Gurgen migliore di poco del serbo Stankovic (6-4) e col welter Onder Sipal la punta dei turchi, molto forte e dotato di ottimi fondamentali. L’argento nei medi con Kilicci ci sta tutto, mentre dei 3 bronzi, quello più amaro riguarda il minimosca Ferhat Pehlivan, un trottolino molto abile, veloce e pungente. Perdere in semifinale +1-1, contro De La Nieve non ti lascia certo soddisfatto.
L’Algeria ha vinto appunto nei 75 kg. con Hamani, ma non è stato facile, perché appunto Kilicci gli ha reso vita dura.
Un po’ a sorpresa il primo posto nei mediomassimi del montenegrino Bosko Draskovic, che ha superato il turco Ozgul e poi l’algerino Benchabla altro cliente scomodo che nulla ha potuto di fronte alla boxe di pochi fronzoli ma concreta del compatto Draskovic.
Solo argento per la Spagna, poco fortunata con i due finalisti, come il Marocco da sempre protagonista ma senza vincere l’oro dal 1993 nell’edizione di Narbonne in Francia col leggero Kamel Marjouane battendo l’algerino Hocine Soltani, elemento dimostratosi in seguito atleta di alta qualità.
Stesso risultato della Croazia, due argenti che rappresentano il bilancio migliore delle sue partecipazioni. In passato due bronzi con Mario Sivolija (81) e Borna Katalinic (69) nel 2005, stavolta fermato nei quarti, dopo aver battuto il nostro Marziali. L’unico argento precedente lo conquistò l’altissimo mediomassimo mancino Stipe Drews nel 1997 a Bari. Nei professionisti è stato campione del mondo, con residenza in Germania.
Un argento anche alla Serbia nei piuma, uno alla Tunisia nei massimi di cui abbiamo già detto, come del turco nei medi.
I risultati delle finali.
48 kg.: Jeremy Beccu (Fra) b. Kelvin De La Nieve (Spa) +3-3; 3. Alfonso Pinto (Ita) e Ferhat Pehlivan (Tur).
51 kg.: Nordine Oubaali (Fra) b. Francisco Torrijos (Spa) 9-3; 3. Vincenzo Picardi (Ita) e Samir Brahimi (Alg)
54 kg.. Vincenzo Parrinello (Ita) b. Abelhalim Ouradi (Alg) 12-3; 3. Wessan Salamana (Syr) e Hicham Mesbahi (Mar).
57 kg.: Kerem Gurgen (Tur) b..Branimir Stankovic (Ser) 6-4; 3. Alessio Di Savino (Ita) e Amine Ouadahi (Alg)
60 kg.: Domenico Valentino (Ita) b. Filip Palic (Cro) 12-3; 3. Yakup Kilic (Tur) e Lubomir Marjanovic (Ser)
64 kg.: Adriani Vastine (Fra) b. Driss Moussaid (Mar) 11-2; 3. Hamza Hassini (Tun) e Gaber El Sheair (Egy)
69 kg.: Onder Sipal (Tur) b. Mehdi Khalsi (Mar) 6-9; 3. Velibor Vidic (BIH) e Hosam Abdin (Egy)
75 kg.: Rachid Hamani (Alg) b. Adem kilicci (Tur) 7-5; 3. Luca Podda (Ita) e Mathieu Bauderlique (Fra)
81 kg. Bosko Draskovic (Mon) b. Abdelhafid Benchabla (Alg) 8-4; 3. Onder Ozgul (Tur) e Yahia Elmekachari (Tun).
91 kg.: Clemente Russo (Ita) b. Mourad Saharaoui (Tun) 8-3; 3. Ghossoun Mohammad (Syr) e Mohamed Arjaoui (Mar).
+91 kg.: Roberto Cammarelle (Ita) b. Marko tomasovic (Cro) wo; 3. Alen Beganovic (Mon) e Mohamed Homrani (Tun).
Classifica: 1. Italia (4-0-4), 2. Francia (3-0-1); 3. Turchia (2-1-3), 4. Algeria (1-2-2); 5. Montenegro (1-0-1); 6. Marocco (0-2-2); 7. Spagna (0-2-0) e Croazia (0-2-0), 9. Tunisia (0-1-3), 10. Serbia (0-1-1), 11. Syria e Egitto (0-0-2); 13. Bosnia Herzegovina (0-0-1).