Prima difesa per il campione WBA Moses

{joomplu:3070 left}Il termine storico nella boxe è spesso abusato, ma è difficile trovare un altro termine per indicare la riunione che si svolgerà Sabato a Windhoek capitale della Namibia, nazione ben poco famosa per la boxe. Per primo fu Harry Simon a sdoganare questo stato africano, ma l’ex campione WBO prima tra i super welter e poi tra i medi, oltre ad essere stato uno dei sei atleti a rappresentare la Namibia ai Giochi di Barcellona 1992, non ebbe mai l’onore di combattere in patria. Ci riuscirà invece Paulus Moses (27-0; 17 KOs) che difenderà per la prima volta il titolo WBA dei leggeri contro il giapponese Takehiro Shimada (23-4-1; 16 KOs).

La Namibia è un paese giovanissimo, indipentente dal Sud Africa solo 1990, famoso per essere la seconda nazione al mondo con la più bassa densità. Allo sport ha dato poco fino ad ora, dici Namibia e al più pensi a Frankie Fredericks velocista che tra i giochi del 1992 e quelli del 1996 regalò alla sua patria quattro medaglie d’argento tra 100 e 200 metri. Dicevamo prima di Simon, che dopo l’esperienza olimpica dove uscì al primo round, passò professionista ma lo fece nel più attrezzato Sud Africa, prima di svoltare e accasarsi in Gran Bretagna dove sotto la guida di Frank Warren conquisto e difese più volte i due titoli. Ma qualcosa sta cambiando, nel Marzo 2008 nella capitale Windhoek si è svolto il torneo di qualificazione africana per i Giochi di Pechino, competizione nella quale il paese ospitante ha colto una vittoria con il peso welter Mujandjae Kasuto, poi con l’affermazione a Gennaio di quest’anno di Moses che in Giappone ha fatto suo il titolo dei leggeri. La televisione namibiana non aveva potuto trasmettere l’incontro per i costi elevati, ma al ritorno in patria all’aereoporto i tifosi pronti ad accogliere il campione non sono mancati.

{joomplu:3069 left}Così il governo ha subito lanciato la proposta di svolgere in casa la prima difesa del titolo, il manager di Moses, Nestor Tobias, non si è lasciato sfuggire l’opportunità. Organizzazione che è stata tutt’altro che semplice, prima si sono dovute cambiare le norme che permettessero al governo di finanziare la riunione (budget preventivato alla vigilia di circa 600 mila euro), poi trovare un luogo adeguato, una data e un avversario. E’ stato scelto il Country Club Resort di Windhoek dove verranno allestite le tribune nell’area antistante la Hall. Si volevano fare le cose in grande con una cena di gala e la presenza di Don King, il primo avversario designato avrebbe dovuto essere l’americano Verquan Kimbrough e l’incontro avrebbe dovuto svolgersi a fine Giugno, ma la macchina organizzativa non aveva ancora trovato i fondi sufficienti. Allora tutto rinviato con un relativo cambio d’avversario, questa volta è stato scelto il giapponese Shimada (N° 13 in classifica), ex campione nazionale della categoria e già sfidante per il titolo WBA dei super piuma, sconfitto da Edwin Valero in sette rounds. Annullato l’happening mondano e quasi sicuramente non ci sarà il capelluto manager americano a bordo ring, Tobias si è trovato costretto a badare solo al sodo, la riunione si farà, lo sfidante giapponese è già arrivato in terra africana e si spera che i 3000 biglietti messi in vendita vengano venduti, per quanto 150 dollari namibiani corrispondono ad un quarto dello stipendio medio di un lavoratore namibiano. Moses fermo da Gennaio è annunciato in grossa forma, con tante sedute di sparring alle spalle e pronto a mantenere la cintura. Ma la riunione sarà anche una buona occasione per vedere all’opera alcuni dei nuovi talenti namibiani. Un movimento che al momento conta circa 40 professionisti, alcuni come Ali Nuumbembe (non sul ring Sabato) hanno avuto modo di fare esperienza sui ring britannici, ci saranno invece il welter Bethuel Ushona (17-0; 6 KOs) ed il leggero Jatoorora Tjingaveta (11-2; 3 KOs) impegnati sulla distanza delle dodici riprese per due titoli minori della WBA.

Buona fortuna Namibia, ti meriti questa pagina di storia della boxe!

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