Boxe e cinema: binomio di antico successo alla Fabbrica di Vapore
Milano, capitale mondiale della boxe in questi giorni, accende i riflettori non soltanto sul Forum di Assago, ma anche sulla Fabbrica del Vapore, in via Procaccini, dove in contemporanea con i mondiali si è aperta la mostra de “I 100 poster più famosi della boxe sullo schermo”, presentata da Franco Ascani, presidente della Federazione Internazionale Cinema-Tv Sportivo, da Alan Rizzi, assessore allo sport del Comune di Milano e dal giornalista Luca De Franco, autore di libri sulla boxe americana, che ha raccontato come gran parte delle scene dei film americani siano stati girati nel celebre Gleason Gym di New York. Seguirà, sempre boxe, sempre alla Fabbrica del Vapore, dal 17 settembre la mostra fotografica “La Milano di Loi”, a cura di Vito Liverani e Bonaria Loi.
Con Giacobbe Fragomeni in veste di padrino ed una incintissima Stefania Bianchini di madrina, numerosissimi appassionati alla cerimonia di inaugurazione della carrellata sui poster dei film sulla boxe. In vetrina quasi un secolo di cinematografia del ring, film antichi e recenti, firmati da grandi attori e grandi registi, film che hanno conquistato il pubblico, ma anche ambitissimi Oscar della cinematografia mondiale. Da “Luci della città” di Chaplin, a “Lassù qualcuno mi ama” con Paul Newman, pellicola preferita di Fragomeni (“Quella è la mia storia – ha ammesso – la rivedo prima di ogni match”). Ma come non citare manifesti e le locandine di “Edith e Marcel”, di Lelouch, che rievoca la storia d’amore tra Cerdan e la Piaf, o del premiatissimo “Toro scatenato” con la straordinaria interpretazione di De Niro, o di “Knock out” che allinea nel cast nomi come Amedeo Nazzari, Massimo Girotti e Primo Carnera, e la cartolina d’epoca di Piero Boine, primo campione italiano dei massimi, e la locandina di quello che Norman Mailer nel suo best-seller definì “The Match”, “Il combattimento”, ovvero di Alì-Foreman del 30 ottobre ’74 a Kinshasa. Non poteva mancare ovviamente la saga di “Rocky”, come anche “Hurricane” che ci ricorda una straordinaria interpretazione di Denzel Washington sulle note della celebre canzone di Bob Dylan e “Million dollar baby” di Clint Eastwood che in qualche modo ha affrancato anche sullo schermo il pugilato femminile.
Immagini ormai rare ma che hanno scritto la storia della cinematografia attraverso appassionanti storie del ring. Perché il cinema ha attinto da sempre a piene mani dal ring, più che da tanti altri sport, come ha sottolineato Ascani con una schematica sequenza di poche cifre: ”Al primo posto c’è il baseball con 275 film, poi la boxe con 238, quindi il calcio con 154 e l’automobilismo con 134”. Boxe e cinema, insomma, un connubio che funziona da sempre e la mostra ne è una interessante testimonianza.