Di Savino ottimo sul cinese Yang Ly. Domani sera Cammarelle e Valentino di scena.
{joomplu:3433 left}Inizia bene per l’Italia la giornata festiva. Autore il piuma Alessio Di Savino che si toglie una più che giustificata soddisfazione nei confronti del cinese Yang Li col quale aveva non uno, ma ben tre conti in sospeso. Era questa la quarta sfida e le prime tre avevano sempre premiato il tarchiato orientale. Nel 2006 a Venezia, in un dual match che vide la Cina approdare anche a Ferrara. Dove il baldo Li si impose su Parrinello e Di Tommaso. Sulla Laguna era stata la volta di Di Savino, anticipato dai colpi saettanti del rivale, abile ad uscire dalle repliche del romano. In rotta di collisione si ritrovarono quest’anno in occasione dei dual match allestiti dal MILOC di Andrea Locatelli e Paolo Taveggia. Due tappe: Milano e Bergamo a febbraio e altrettante sconfitte. “Adesso basta – ha esclamato il ragazzo che gli amici chiamano “Core del Roma” – mica posso fare la raccolta di sconfitte. Il cinesino sarà pure bravo, ma io non sono l’ultimo arrivato. Vedrete un Di Savino più attento e tempista. Posso anche farcela”. Queste le parole alla vigilia dell’impegno. Pure il ct. Lello Bergamasco ci credeva: “Abbiamo svolto un lavoro specifico, avendo studiato il cinese nei minimi particolari. Ci siamo accorti che sulla destra è sguarnito, quindi Alessio deve colpire deciso col sinistro, rapido e preciso”.
{joomplu:3427 left}Sul ring il giovanotto della Cecchignola ha eseguito alla perfezione il compito e non era facile perché Li è un gran brutto cliente. Mobile sulla gambe, raccolto e anche un po’ scorretto, col vezzo di alzare l’interno del guantone sulla faccia dell’avversario. Una costante che per fortuna l’arbitro ha rilevato e al secondo round scattava il richiamo, con l’azzurro già in vantaggio 5-2 che diventavano 9 al gong dei 3’. Di Savino aveva l’abilità di tenere il cinese sempre in affanno, costringendolo ad inseguire un bersaglio mobile, che al momento opportuno colpiva d’incontro e faceva punti. Niente da fare per Yang Li che rimediava un altro richiamo, discutibile, a ingigantire il bottino dell’azzurro, arrivato ad un 13-4 ben oltre le attese. Vittoria importante, anche se la categorie ha pretendenti al podio a iosa. Martedì sarà chiamato ancora sul ring per i quarti e troverà l’armeno Azat Hovhannisyan, classe ’88, che conosce per averlo affrontato lo scorso anno ad Atene nel torneo di qualificazione olimpica. Era il primo incontro e risultò uno dei più combattuti. Di Savino era partito bene, subito avanti, poi un destraccio dell’armeno mise in crisi il nostro che si ritrovò ad inseguire. Il finale fu elettrico e premiò Di Savino 22-21. Sono cresciuti entrambi sul piano tecnico. Azat è arrivato agli ottavi battendo il venezuelano Manzanilla e il lituano Vaitkus che aveva tolto dal torneo il francese Ziouti, mentre l’azzurro si era imposto all’esordio su giordano Alzubi. Dovrebbe essere un match sul filo del punto.
Vedere all’opera l’ucraino Lomachenko, oro olimpico e argento mondiale nei piuma, è sempre un bel vedere. E’ toccato a lui il match di apertura della sesta giornata, che snocciola ben 62 incontri nel turno festivo. Una domenica con la consueta maratona di pugni, atta a completare i promossi agli ottavi dei piuma, welter, mediomassimi e massimi.
Tornando ai piuma, si sono assicurati il passaggio tra i primi 16, sia il cubano Toledo Lopez che il russo Vodopyanov campione uscente nei gallo. Per entrambi giuria prostrata, con un effluvio di punti non necessario. Il cubano ha superato 14-5 il tedesco Schaer, che nel suo piccolo qualcosa in più meritava, ma il massimo è stato toccato nei riguardi del kazako Mussafirov che aveva sì perduto col russo, ma non certo per 22-4. Una forzatura inutile, nel segno che i giudici sono condizionati e appena intravedono la superiorità di uno, si buttano da quella parte ed è fatta.
{joomplu:3440 left}Non è andata altrettanto bene all’altro romano di Fiumicino, il welter Alessandro Marziali che a questi mondiali era arrivato per la grande generosità dimostrata in particolare nell’ultimo dual match battendo Spence degli Usa. L’avversario non era insuperabile, in quanto l’israeliano Kostantin Snigour, origini russe e una discreta attività, classe 1983, boxa con criterio ma non inventa nulla. La differenza l’ha fatta l’esperienza, tutta dalla parte del pugile con la Stella di David, che avendo acquisito vantaggio nella prima ripresa, costringeva Marziali a diventare attaccante, situazione scomoda che raramente porta punti. Così è stato anche per l’azzurro, che ha cercato un bersaglio troppo sfuggente che puniva ogni errore e il punteggio alla fine saliva ad un crudo 11-4, che purtroppo rispecchiava la situazione. Marziali ha pagato non tanto l’emozione, che pure è un pedaggio per tutti i debuttanti, ma la scarsa abitudine ad impegni di questo livello. Ma non va fatto alcun rimprovero sul piano dell’impegno, perché il mancino romano, come sempre ci ha messo il cuore. Lucidità e furbizia arriveranno col tempo.
{joomplu:3475 left}Lo stesso discorso vale per il terzo italiano impegnato, il mediomassimo Gianluca Rosciglione, non ancora diciannovenne, palermitano, che nel giro di 11 mesi ha disputato due campionati del mondo. Nell’agosto del 2008, ha conquistato il bronzo nei medi, stavolta si è fermato subito contro l’ecuadoreno Carlos Gongora, giovanissimo a sua volta, vent’anni da poco, con oltre cinque anni di attività. Fino alla scorsa stagione nei medi, dove si è fatto rispettare. A Chicago aveva imposto la sconfitta al nostro Ivano Del Monte, cedendo nei quarti al russo Korobov il dominatore della rassegna. Un curriculum nel quale non si è fatto mancare nulla, comprese due vittorie sul venezuelano Blanco, che in carriera vanta successi sul cubano Recio e un argento mondiale nel 2007. Un simile avversario era al di sopra di qualsiasi possibilità per Rosciglione, che ha perso 15-1, netto ma con molta dignità. La differenza era tutta nell’abitudine a questi eventi. “Sono onorato di aver partecipato a questi mondiali, sapevo che l’avversario era molto quotato, con tante esperienza e anche abile. Infatti mi anticipava sempre. Quando tentavo un attacco lui aveva la contromossa e dovevo ricominciare da capo. Ma anche questa sconfitta mi serve per crescere. Ho dato quanto potevo e sono contento che i maestri Damiani e Bergamasco abbiano apprezzato il mio impegno”.
{joomplu:3471 left}Bergamasco confermava che a Rosciglione non gli si chiedeva alcun miracolo, come pure per Marziali: “Gianluca aveva di fronte un avversario che lo sovrastava in tutto, non per nulla vanta un record di tutto rispetto a cominciare dai mondiali precedenti, oltre ai Giochi di Pechino dove è arrivato ai quarti, impegnando severamente l’indiano Kumar, bronzo olimpico. Per noi è molto soddisfacente che abbia concluso senza correre rischi. A significare che ragazzo c’è eccome e ha solo bisogno di combattere. Neppure a Marziali possiamo muovere appunti, anche se il suo avversario era meno quotato. Purtroppo Alex fatica a entrare in carburazione, per cui ha pagato il pedaggio iniziale e con questi giudici, dove fare l’attaccante raramente recuperi. Anche per lui ci vuole pazienza e fiducia. Cosa che rinnoviamo ad entrambi”.
Tra i welter sono entrati agli ottavi il cubano Banteur, argento olimpico, il canadese Zewski e l’uzbeko Mahmudov, senza alcuna fatica a spese di Spence (Usa), Khalsi (Mar) e Lusizi del Sud Africa. Disco verde anche per il tedesco di etnia turca Culcay-Keth, argento europeo, l’argentino Castano e il danese Keller, oltre al messicano Molina.
Nei mediomassimi visti in azione alcuni dei pezzi da 90 a cominciare dall’irlandese Kenneth Egan, argento a Pechino, un mancino rapido anche se non molto potente, il russo Beterbiev, vice campione del mondo, il cubano emergente Gomez Larduet, diciannove anni, campione del mondo jr. lo scorso anno, molto potente e resistente, aver la meglio proprio sul piano atletico di Brant altro baby degli USA, che ha presentato una squadra giovanissima. Anche per il bronzo europeo il tedesco Krause e per il francese Bouhenia accesso nei primi 16.
Domani combattono Valentino nei leggeri e Cammarelle nei supermassimi. Per il campano di Marcianise c’è il coreano Han Soon Chul, 24 anni, campione nazionale, che ha fatto un salto di ben due categorie. Ai mondiali di Chicago militava nei gallo, e nel primo turno battè l’armeno Avagyan ma venne fermato subito dopo dall’ucraino Tretyak. Assente a Pechino, si ripresenta ai mondiali e nel primo turno ha superato il messicano Vargas, mostrando buoni temi tattici ma non grande velocità. Avversario non facile ma non impossibile. D’altronde Mirco ha ambizioni che vanno ben oltre gli ottavi.
Stesso orientamento per Roberto Cammarelle che può solo pagare la lunga sosta, nel senso che dovrà scaldarsi bene per inquadrare lo sloveno Rok Urbanc, e per il mancino plurititolato si apre la porta dei quarti. Entrambi combattono la sera e sicuramente il pubblico non farà mancare l’appoggio che i due campioni meritano.
Le foto sono a cura di Marco Chiesa