L’Italia parte bene ai mondiali con Vincenzo Picardi, vincitore sull’azero Seydov
{joomplu:3332 left}Si parte. Due ring, due match in contemporanea. Nell’ampio salone domina il blu e il rosso delle sedie. Il pubblico al momento è composto dalle diverse rappresentanze dei 142 paesi, peraltro molto colorate. C’è anche la nostra nazionale che si farà sentire per incoraggiare gli italiani sul ring. Si comincia con i pesi mosca, dove milita il nostro Vincenzo Picardi, una delle punte azzurre, bronzo mondiale e olimpico. L’esordio, sulla carta non è da sottovalutare. L’azero Nihat Seydov, diciottenne emergente, alto e buon colpitore, si presentava con buone credenziali. Per sua sfortuna incrocia un Picardi, che non impiega troppo tempo a scaldare il motore e dopo il primo round, il 6-1 per l’italiano specchia il giusto avvio per un match incanalato tatticamente nel modo migliore.
{joomplu:3329 left}Picardi ha giocato sul tempo, contro un rivale che si è dovuto inventare attaccante per cucire lo svantaggio, tattica suicida per un rimessista come Vncenzo che ha continuato a incamerare punti senza rischiare troppo. Alla fine, un emblematico 17-2 fotografa la situazione in maniera esatta. Picardi tornerà a combattere venerdì nella riunione del mattino, affrontando l’argentino Fernando Martinez che si è imposto senza problemi sull’australiano Andrew Maloney, ancora tenero per impegni di questo tipo. Martinez è un attaccante molto deciso, usa il montante e avanza sempre. Sicuramente venderà cara la pelle, ma il Picardi visto in avvio ci pare superiore.
{joomplu:3331 left}“Avevo bisogno di scaldarmi – ha detto dopo la vittoria il campano – e all’inizio ho voluto capire che tipo di boxe esprimeva l’azero. Problemi non ne ho avuti. Nella terza ripresa mi sono limitato a muovermi colpendolo solo in sicurezza. Sono soddisfatto, sto bene e contava debuttare nel modo giusto”. Damiani sorridendo esclamava: “Dottore, devi visitarmelo. Finito il match gli ho chiesto come stava e mi ha risposto: tutto benissimo. Solitamente ha qualche doloretto, sono preoccupato. Scherzo, mi è piaciuto e penso che sia il Picardi di Chicago e Pechino”.
Il confronto d’apertura ha visto il messicano Avila, più concreto e tempista, sfruttare il maggiore allungo, tenendo testa al forcing di Byrd che si lancia in avanti ma con poca lucidità. Finisce 14-12 per Avila, pugile di 23 anni, molto abile. Vince con più chiarezza anche il pakistano Muhammad Waseem nei confronti del tajko Oraz Avzalshoev, imponendo il miglior fraseggio tecnico e la consistenza dei colpi. Netto il punteggio di 13-7. Di rilievo la vittoria dell’irlandese Gerraghty, che non fatica nel tenere a distanza il quotato ghanese Manyo Plange, numero nove per l’AIBA, sconfitto 12-5.
Sul filo dell’equilibrio il derby d’Africa tra il nigeriano Anu Michael e il keniano Benson Gicharu, mancino dalle lunghe braccia, che dopo una partenza in salita cercava il recupero che purtroppo sfiorava soltanto. Vittoria di Michael 11-10. Per trovare il vincitore tra il mongolo Nyambayar e l’indiano, in falsa guardia, Mayengbam, brevilineo che si affida alla sventola sinistra, dapprima fuori bersaglio poi sempre più centrata, capace di recuperare il gap di tre punti, finendo 10-10, ma lo score lo puniva a favore del più lineare Nyambayar, che soffre gli attacchi violenti.
Esibizione del russo Misha Aloyan, fresco ventunenne, nato a Novisibir in Siberia da famiglia armena, capace di eliminare Balakshin, ma ignorato ad alto livello. Sarà bene tenerlo d’occhio perché arriverà nelle zone alte. Contro il burundiano Yaya Runanga è stato un semplice allenamento, col russo che ha sciorinato tutto il repertorio, mostrando ottimo gioco di gambe e grande varietà di colpi. Alla World Cup di Mosca, ha battuto il nostro Picardi in semifinale e potrebbe ritrovarlo ancora in semifinale, essendo entrambi nella parte bassa del tabellone.
Sono passati al turno successivo, nei 16° anche l’armeno Gizhlaryan di misura (11-9) sul kazako Usenaliev, come il cinese Chao Li ai danni del giapponese Misu (18-2), inferiore ma anche poco premiato dai giudici.