Vince bene il medio Podda, perde netto il gallo Parrinello ai mondiali di Milano
Proseguono con ottimo successo spettacolare i mondiali AIBA di pugilato. Sui due ring allestiti nel vasto Palaforum di Assago, alla periferia di Milano Sud, il livello della manifestazione, allestita dal MILOC di Andrea Locatelli e Paolo Taveggia, è decisamente alto.
Salvo alcuni atleti provenenti da nazioni africane di scarsa cultura pugilistica, il resto dimostra di essere arrivata a questa rassegna con una buona preparazione. Infatti qualche risultato lo conferma a cominciare nei medi, dalla sconfitta dell’algerino Hamani, vincitore del titolo ai Giochi del Mediterraneo, sconfitto dalla svedese Terbunja poco noto. Idem per il colombiano Millares su Gausha, degli Stati Uniti.
Il secondo round dei mondiali, apre il sipario sui pesi gallo, 54 kg. e purtroppo ci porta la prima sconfitta azzurra, subita da Parrinello. Si sapeva che il tedesco Denis Makarov, radici ukraine paterne, sarebbe stato ostacolo difficile. Il ring ha confermato le previsioni, anche se resta le delusione per una grande opportunità di potercela fare. Makarov è pugile attendista che non inventa nulla, semplicemente si limita a sfruttare gli errori avversari. Dopo una partenza disastrosa, 5-0 per il tedesco, l’arbitro porgeva una ciambella di salvataggio al nostro, rifilando un richiamo a Makarov per tenute, facendo risalire Parrinello ad un imprevisto 5-2, che arrivava sullo slancio a 5-4.
La terza ripresa diventava decisiva, ma l’azzurro assolutamente in confusione, continuava a profondere energie in movimenti inutili, senza pensare che portando il sinistro deciso avrebbe ottenuto ben altri risultati. Finiva 8-5 per Makarov, con la sensazione di aver visto il peggior Parrinello. Lui stesso ammetteva che l’emozione lo aveva condizionato: “Un mondiale in casa è il meglio che ti può capitare, ma diventa anche un grande impegno. Stanotte non riuscivo a dormire pensando al match. Sul ring ero nervoso, mi è mancata la lucidità per capire la tattica giusta. E’ vero, mi buttavo per colpire senza trovare bersaglio. I maestri mi invitavano a tirare il sinistro, ma non riuscivo a eseguire i consigli. Peccato davvero. Svanisce un sogno. Debbo ricominciare da capo. Ma non mi arrendo”.
Damiani non era certo allegro: “Spiace sempre quando un tuo ragazzo perde. Purtroppo Vittorio stavolta non c’era proprio. Tecnicamente è quello meno dotato e questo si è sentito contro un pugile che ha fatto il minimo indispensabile per vincere. Facilitato dalla confusione del nostro, che non è mai entrato nel confronto. Doveva usare il sinistro a stantuffo, invece usava le braccia come frullatori che non portavano punti”.
E’ uscito uno dei pezzi forti della categoria, l’ukraino Chygayev, campione d’Europa in carica nei mosca, il cui salto di categoria non gli ha portato buono. Nonostante l’esperienza e l’abitudine ai quartieri alti delle competizioni è caduto di fronte al russo Eduard Abzalimov, che si era messo in luce nel 2001, vincendo gli europei jr..
A Liverpool nel 2008, si era fermato in semifinale, superato dall’inglese Campbell, che vincerà il titolo continentale. I numeri dicono 9-4 per Eduard, il che potrebbe sembrare un facile successo.
In realtà, molto lo si deve all’arbitro, che ha sanzionato, reo di una gomitata, l’ucraino e poi è andato tutto verso il pugile allenato da Khromov. Vittoria importante, decisiva per arrivare in semifinale, visto che il campo dei rivali è nettamente inferiore, partendo dal giordano Alwadi che ha battuto il cileno Espinoza. Più avanti sarà l’armeno Harutyunyan a tentare di bloccare il russo, compito davvero arduo.
Da non sottovalutare il mancino il siriano Salamana, che ha giocato contro l’honduregno David Ponce, contato due volte al terzo round e distanziato alla fine: 15-1. Impressiona la mobilità di Magdaleno (Usa) di fronte al lettone Guttmans, staccato nettamente, 26-7 alla fine del match. Niente di particolare il confronto tra Lemboumba del Gabon, che si impone sul più basso Sanele polinesiano delle Samoa, sconfitto 9-15.
A risollevare il morale dell’Italia si è incaricato il nostro medio Luca Podda, fisico statuario e temperamento da guerriero. Che Bergamasco e Damiani stanno cercando di incanalare nella giusta via di mezzo: colpire forte ma non trascurare la difesa, cercando di boxare in scioltezza.
Una strada non facile da percorrere, che il ragazzo di Cagliari, residente a Civitavecchia, cerca di percorrere nel modo migliore, applicandosi con tanto impegno. L’esordio in questi mondiali gli aveva riservato lo spagnolo Mariano Hilario Jimenez, atleta di colore che ha cercato fin dall’inizio di dare consistenza ai colpi per intimorire l’italiano. Podda dopo aver capito che Jimenez non era tipo da affrontare per le corna, iniziava a mettere in atto i consigli dei tecnici, spostandosi colpendo di rimessa.
Tattica indovinata che gli fruttava punti e un paio di conteggi a favore. Già al termine del primo round, il vantaggio di 7-2, faceva presagire il successo di Podda. Che concludeva la fatica a 28” dalle fine del secondo round, Quando l’arbitro contava per la quarta volta lo spagnolo, che accusava i pugni di un Podda fiducioso dei propri mezzi.
Una vittoria importante, in una categoria prestigiosa come i medi, che leggendo il tabellone potrebbe anche portarlo alle semifinali. Il prossimo avversario, il canadese Steve Rolls, vittorioso sul georgiano Guledani, dal fisico imponente senza quella determinazione che ha mostrato il colored del Canada.
Match sicuramente difficile, per Podda, ma non impossibile. Sicuramente dai toni spettacolari, trovandosi di fronte due atleti che prediligono la battaglia e viso aperto. La sfida è fissata per sabato pomeriggio, in un tabellone terribile, dove figurano il cubano Rey Recio, che ha sostituito Correa, infortunato e il russo Artem Chebotarev, preferito al vice campione europeo Koptyakov, superato nella selezione interna. Scontro da podio anticipato, che toglierà anzitempo uno dei più forti. Il giovane colombiano, 19 anni, Millares Teran si è messo in luce, sconfiggendo nettamente lo statunitense Terrel Gausha, rigido e poco attivo, sempre anticipato dal rapido avversario che sfruttava a dovere le lunghe leve. Sono andati avanti il turco Kilicci a spese del keniano Shisia, forse il peggiore della squadra: 27-0, lo slovacco Varga su Kebbeh del Gambia e il doppio campione del mondo uscente (2005 e 2007) nei welter, l’uzbeko mancino Abbas Atoev, che non ha estato grande impressione di fronte al modesto ghanese Ahmed Saraku, sconfitto solo ai punti 16-4.
Giudici estremamente generosi nei riguardi del cubano Recio (19 anni), contro il magiaro Harcsa (22 anni) la cui sconfitta ha raggiunto alla fine un punteggio punitivo, che non meritava. Il caraibico è forte, anzi fortissimo, non per nulla lo chiamano il Tyson di Cuba, ma non quel tanto da giustificare il 15-5 finale. Recio è una forza della natura, vista la giovane età ma tecnicamente è ancora indietro. Sicuramente migliore l’europeo, anche se fisicamente nettamente inferiore. Purtroppo ogni colpo del cubano veniva segnato, mentre quelli di Harcsa erano parzialmente ignorati. Non sarebbe cambiata la sostanza del match, ma
rispecchiato un distacco meno evidente.
Non poteva esserci equilibrio tra il mancino austro-croato Obradovic e il russo Chebotarev, che parte al piccolo trotto evitando di sprecare energie. Visto in non pericolo di Obradovic, per il quotato avversario la sfida diventa un allenamento per tenere caldi i muscoli, con lo score finale di 17-1, in attesa della battaglia di sabato contro Recio. Altra finale o quasi, anticipata.