10° edizione mondiali dilettanti: Houston 1999

{joomplu:3066 left}Gli anni ’90 pugilistici terminano con i Campionati Mondiali disputatisi a Houston, Texas, dal 20 al 27 agosto 1999. E’ ancora Dario Torromeo a relazionarci sulle pagine di Boxe Ring e ancora una volta viene puntato il dito accusatorio su giochi di potere, alleanze nate a tavolino e giudici quantomeno incapaci. Il vicepresidente dell’AIBA, il turco Doganelli, diventa l’uomo di potere dell’ente mondiale mentre avanzano nelle posizioni di comando Kazakistan e Uzbekistan. L’edizione americana della rassegna mondiale viene paragonata ai Giochi Olimpici di Seul ’88 e questo non è un complimento. Si registrano vigorose proteste da parte della Francia, mugugni italiani su alcuni verdetti sfavorevoli, la sospensione di alcuni giudici ma soprattutto il ritiro della squadra cubana, dopo consulto col leader maximo Fidel Castro, che non disputa le finali nelle categorie dei superwelter e dei massimi lasciando via libera ai rispettivi avversari.

{joomplu:3067 left}La squadra di casa fa poker e vince in quattro categorie di peso stagliandosi al primo posto del medagliere iridato, Cuba vince due medaglie d’oro e tre d’argento, la consueta potenza pugilistica Romania manda ben sette atleti sul podio. L’Italia conferma le due medaglie di bronzo ottenute in modo rocambolesco nel Mondiale ungherese. Stavolta le medaglie sono meritate sul campo, anzi ci sono motivi per rammaricarsi poiché le medaglie potevano essere di più ed essere di un metallo più prezioso. I tre atleti non medagliati giungono tutti ai quarti di finale. La squadra azzurra, guidata da Patrizio Oliva e Biagio Zurlo, è composta da cinque elementi: Leonard Bundu (pesi welter), Claudio Perugino (superwelter), Salvatore Munno (medi), Giacobbe Fragomeni (massimi) e Paolo Vidoz (supermassimi).

Nella categoria più leggera, i minimosca, si mette in evidenza il 18enne statunitense Brian Viloria, nato a Honolulu e vissuto nelle Filippine fino a cinque anni per poi emigrare negli States. Dotato di boxe spettacolare fatta di veloci combinazioni ed un gancio sinistro niente male, l’americano ha sofferto nei quarti contro il francese Asloum con cui ha terminato in parità ma ha poi vinto bene in semifinale e soprattutto in finale per 9 a 2 sul quotato cubano Romero, campione olimpico ad Atlanta e mondiale nel ’97. Nei pesi mosca, successo del kazako Bulat Jumadilov che ringrazia per il gradito regalo ricevuto dall’arbitro turco che ha ammonito dopo nemmeno un minuto l’argentino Narvaez per guardia alta e chiusa facendo valere una regola modificata la sera precedente dagli alti vertici dell’AIBA ma non comunicata ad atleti e tecnici. Incredibile, vero? Il kazako supera l’argentino in finale per 6 a 4.

Il romeno Crinu si aggiudica la finale dei pesi gallo infliggendo un inconsueto cappotto al russo Dzhamaludinov (4 a 0 il punteggio) in un incontro brutto e confuso. Il 25enne romeno è pugile esperto con un palmares di 146 vittorie e 23 sconfitte. Meritata vittoria tra i pesi piuma dell’idolo locale Ricardo “Rocky” Juarez, 19enne proprio di Houston, che è stato giudicato miglior pugile del torneo. Juarez, che dispone di grande tecnica, ganci potenti ed un montante che entra nelle guardie più serrate, ha sofferto in semifinale sul turco Paliani (ex russo), sconfitto di misura, ma in finale ha trovato la strada spianata con l’uzbeko Turgunov dominando per 13 a 2. Dai pesi leggeri spunta il primo cubano. E’ il mancino 28enne Mario Kindelan che ha un record di 193 vittorie su 210 match disputati. Dopo la sofferta vittoria (3 a 2) negli ottavi di finale sul turco Suleymanov, il caraibico fa passerella col thailandese Wiangwisas, il romeno Lungu ed in finale col russo Stepanov, regolato con lo score di 10 a 3. Altro pugile di grande talento è il 26enne uzbeko Mohamad Abdullaev che regala al suo paese il primo oro in una grande competizione. In palestra dall’età di 12 anni, l’uzbeko ha esibito una boxe spettacolare e redditizia sconfiggendo il pugile di casa Williams ed in finale il francese Blain per 11 a 6.

{joomplu:3063 left}La pattuglia italiana è presente dalla categoria dei pesi welter. Leonard Bundu disputa un ottimo torneo esordendo bene con il bielorusso Hezga controllato per 7 a 3. Il suo cammino prosegue con la vittoria sul thailandese Jangphonak per 3 a 1 e sul kazako Shanov per 5 a 1. In semifinale riesce ad impensierire il cubano Juan Hernandez e finisce sul filo di lana. Al termine del combattuto match, il cubano si impone per 7 a 5 e vincerà il suo quarto titolo iridato per decisione del jury dopo essere stato dichiarato sconfitto per 5 a 3 con il russo Gaidalov. E’ la prima volta che viene ribaltato il responso di una giuria ed il regolamento non contempla un simile comportamento. Buon torneo per il superwelter Claudio Perugino, subito di fronte ad un osso duro, il turco Aslan, vice campione europeo e bronzo ai Mondiali precedenti. Dopo un match tirato, il campano si è imposto per 5 a 4 ma nulla ha potuto nel match successivo contro il kazako Ibraimov, troppo forte ed esperto per lui (10 a 1 il punteggio). La vittoria va al romeno Marian Simion che non disputa la finale per il ritiro del cubano Gutierrez.

Promosso anche il peso medio Salvatore Munno, pugile di talento ma dal carattere irrequieto che è rimasto a lungo fuori dal giro della Nazionale. Netta la vittoria nel match di esordio sullo slavo Soco (15 a 3) e sconfitta onorevole per 6 a 4, nonostante un incontro al di sotto delle sue possibilità, contro l’uzbeko Utirbek Haydarov che si involava così verso la medaglia d’oro vincendo sempre con margini superiori. A giudicare dallo score, l’italiano è stato l’avversario che l’ha impensierito maggiormente. Una sconfitta che non è andata giù alla squadra francese è quella patita nella finale dei mediomassimi da John Dovi nei confronti dello statunitense Michael Simms. Per i giudici, il match è terminato in parità (4 a 4) ma nel computo totale dei colpi messi a segno prevaleva Simms scatenando le ire del team francese.

{joomplu:3065 left}Il peso massimo Giacobbe Fragomeni poteva confermare il bronzo di Budapest ma l’occasione gli è sfuggita per un soffio. Netto il dominio sul giamaicano Speid nella prima fatica del suo percorso, 12 a 3. Partenza sofferta nel confronto successivo, col gallese Evans, ma nella seconda parte del match, il ritmo e l’aggressività dell’italiano sembravano portare l’ago della bilancia dalla nostra parte. Di diverso avviso la giuria che premiava il gallese per 9 a 7. In finale, via libera per lo statunitense Michael Bennett che beneficiava del forfait di massa cubano. Felix Savon doveva accontentarsi di una medaglia d’argento spezzando un dominio durato sei edizioni. E’ ormai una certezza il supermassimo goriziano Paolo Vidoz che si colloca tra i migliori giganti in circolazione al mondo. Vidoz conferma il 3° posto di Budapest ma stavolta ha sprecato una grandissima occasione. Dopo l’8 a 0 inflitto al canadese L’Heureux, l’italiano ha compiuto un capolavoro tattico concedendo pochissimo al gigante cubano Rubalcaba e vincendo per 6 a 3 nel match che è stato considerato come una finale anticipata. Vidoz, però, non si ripeteva contro il kazako Dildabekov che, aiutato anche dalla giuria, otteneva col punteggio di 3 a 1 il lasciapassare verso la finale che perdeva nei confronti del turco Sinan Samil Sam. Dopo che la sfida si era conclusa in parità (3 a 3), il turco veniva preferito in base al conteggio totale dei colpi (26 a 16).

 

Di seguito tutti i vincitori: Brian Villoria (pesi minimosca, USA), Bulat Jumadilov (pesi mosca, KZK ), Crinu Olteanu (pesi gallo, ROM), Ricardo Juarez (pesi piuma, USA), Mario Kindelan (pesi leggeri, CUB), Mohamad Abdullaev (pesi superleggeri, UZB), Juan Sierra Hernandez (pesi welter, CUB), Marian Simon (pesi superwelter, ROM), Utirbek Haydarov (pesi medi, UZB), Michael Simms (pesi mediomassimi, USA), Michael Bennett (pesi massimi, USA), Sinan Samilsan (pesi supermassimi, TUR).

 

MEDAGLIERE

  • 1° Stati Uniti (4 ori)
  • 2° Cuba (2 ori e 3 argenti)
  • 3° Romania (2 ori, 1 argento e 4 bronzi)
  • 4° Uzbekistan (2 ori e 1 argento)
  • 5° Kazakistan (1 oro, 1 argento e 1 bronzo)
  • 6° Turchia (1 oro e 2 bronzi)
  • 7° Russia (3 argenti e 3 bronzi)
  • 8° Francia (2 argenti e 1 bronzo)
  • 9° Argentina (1 argento)
  • 10° Germania e Italia (2 bronzi)
  • 12° Azerbaigian, Bielorussia, Bulgaria, Canada, Galles, Polonia, Repubblica Ceca, Thailandia e Ucraina (1 bronzo)

Gli USA vincitori di quattro medaglie d’oro hanno lanciato nel firmamento professionistico tutti e quattro i vincitori, ma la nuova carriera ha dato buoni frutti solo per due di loro, infatti Brian Villoria e Rocky Juarez sono riusciti a stringersi alla vita un titolo di campione del mondo, mentre Michael Simms e Michael Bennett hanno deluso le aspettative. Villoria dopo i Giochi di Sidney 2000 ha fatto il grande salto e nel 2005 si è laureato campione WBC dei mini mosca titolo che ha perso alla seconda difesa e poi riconquistato, nella versione IBF, ad inizio anno. Rocky Juarez al titolo non è ancora arrivato, fermato tante volte ai punti nelle occasioni che contavano ma contro atleti di primo livello come Soto, Barrera, Marquez e John. Delusione per gli altri due, soprattutto per Bennett sul quale in molti erano pronti a scommettere, ma una mascella troppo delicata ne ha minato la carriera e dopo quattro sconfitte prima del limite ha messo fino alla sua cariera.

{joomplu:3064 left}Sono poi stati i mondiali dei pugili pesanti a partire dalla medaglia d’oro dei super massimi, il turco Sinan Samilsan che da pro ha fatto suo il titolo europeo della categoria. Ma in questa edizione ci sono stati anche Ruslan Chagaev e David Haye su tutti il primo campione WBA tra i massimi, il secondo re dei massimi leggeri prima di fare il salto nella categoria regina. E poi Giacobbe Fragomeni e Paolo Vidoz per l’Italia, la grossa delusione inglese Audley Harrison oro a Sidney 2000 e passato pro con tutti i servigi immaginabili, i tedeschi Steffen Kretschmann e Cengiz Koc che fino ad ora non hanno mai raggiunto vette importanti, il polacco Tomas Bonin, il canadese Patrice L’Heureux. Tra gli altri pugili che hanno preso parte a questa edizione si sono messi in luce i due rumeni Adrian Diaconu (ex WBC medio massimi) e Lucien Bute (IBF super medi) sono emigrati in Canada dove stanno disputando una carriera eccellente, il portoricano Ivan Calderon (WBO paglia e mini mosca) dominatore delle piccolissime categorie di peso, il francese Brahim Asloum (ex europeo mosca) mai riuscito a centrare il titolo, il picchiatore armeno australiano Vic Darchynian (ex IBF mosca e unificato super mosca), l’ucraino Wladimir Sidorenko (ex WBA gallo), il canadese Steve Molitor (ex IBF super gallo), lo scozzese Alex Arthur (ex WBO super piuma), l’irlandese Bernard Dunne (WBA super gallo), il finnico Amin Asikainen (ex europeo medi) e gli ungheresi Karoly Balzsay (WBO super medi) e Zsolt Erdei (WBO medio massimi).

 

Principali fonti consultate: www.amateur-boxing.strefa.pl, Annuario della Boxe Italiana 2009, Boxe Ring, Wikipedia, www.boxrec.com.

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