Protagonisti OPI2000: i sogni di Fragomeni, le ambizioni di Lo Greco e i programmi di Giuseppe Lauri
{joomplu:1782 left}L’ambiente è quello del “Dixieland”, il ristorante bar di Milano in zona Vercellina, assurto da tempo a riferimento per le presentazioni della boxe. Giacobbe Fragomeni, Giuseppe Lauri e Phil Lo Greco, tre gioielli del ring, ai lati di Salvatore Cherchi, che può finalmente sorridere dopo le tensioni di Roma.
Appuntamento ideale per mettere a fuoco ciò che l’immediato dopo match non aveva chiarito e completato. In particolare come Fragomeni era riuscito a risorgere dopo il pesante kd del nono round. Il protagonista dell’impresa, brillante e ironico, ha spiegato quello che è accaduto in modo esauriente.
Partendo dalla dichiarazione di Salvatore, prima del match: “E’ molto più difficile difendere in titolo che conquistarlo”.
Affermazione condivisa dal campione del mondo: “Sono salito sul ring convinto di essere allenato perfettamente, ma pieno di fantasmi per il compito che mi attendeva. Avevo tanta pressione, sapevo perfettamente che la OPI2000 aveva fatto un grande sforzo per tenere il match in Italia, che in caso di sconfitta, la situazione non era delle migliori in prospettiva. Per questo ho combattuto molto teso, non avevo lo scatto che speravo, la mia testa era occupata da mille dubbi. Quando mi sono alzato dopo il kd. ho capito che dovevo essere solo me stesso, dare quello che fino a quel momento era mancato. La convinzione di essere il migliore. Ho rivisto il match diverse volte e mi sono convinto che fra i due qualcosa in più potevo averla io. Il pari mi sta bene, anche perché non tocca la cintura mondiale”.
Una lucida disamina, che conforta il parere dei media, e che permette di guardare avanti. Quando tornerà a combattere?
“Orientativamente a dicembre, allestiremo una difesa volontaria – risponde Salvatore Cherchi -, poi studieremo come affrontare lo sfidante ufficiale il cui nome non è ancora stato deciso dal WBC. Penso che non avverrà prima di luglio-agosto”.
Fragomeni esprime un desiderio, un po’ pazzo ma anche affascinante.
“L’11 luglio in Germania per il mondiale medi WBC a interim fra Domenico Spada e Sebastian Zbik ci sarà l’abbinamento della F1 con la boxe al Nuerburgring, perché non creare un gemellaggio calcio e pugilato. Lo sogno a S. Siro. Abbinare un mio mondiale con una partita di campionato o anche un’amichevole importante. Sarebbe una bella occasione per il nostro sport”.
Solo un sogno al momento, ma nulla è impossibile, come ha insegnato la rimonta di Giacobbe. Che a pochi giorni dalla tremenda fatica appare pimpante e allegro. Invece di ascoltare il consiglio del medico che lo invitava per una settimana a non compiere alcuno sforzo. “Resta a casa e riposa”, ha risposto andando a correre per oltre un’ora al Parco Sempione: “Una sensazione stupenda, l’antistress ideale. Ho in testa di provare la maratona, e voglio allenarmi bene come faccio con la boxe. Magari alternando la bici. Al momento non ne sono fornito, ma vedrò di colmare la lacuna. Alla recente mostra del ciclo, ho visto modelli della Colnago da sballo. Potrei fare il testimonial del commendator Ernesto, un genio della due route”.
Torna la parola al titolare della OPI, che non riesce a nascondere la delusione per aver portato la difesa mondiale a Roma.
“Debbo ringraziare i tanti amici capitolini, dal sindaco Alemanno alla famiglia Cantatore, a Marinelli e tutti coloro che hanno contribuito per rendere fattibile l’appuntamento romano, ma resta il fatto che eravamo gli ospiti con la valigia. Fragomeni è un prodotto milanese, una ricchezza della sua città dove ha il suo pubblico e dove è nato. Purtroppo in questa occasione ci hanno chiuso tutte le porte. Partendo dalla TV per finire all’amministrazione pubblica, fondamentali per allestire certi eventi. Dopo la grandissima prova e l’alto indice di gradimento tv, spero che qualcuno spezzi il velo del silenzio e apra a questo meraviglioso sport”.
Che grazie a Fragomeni, è utile anche al recupero sociale. Un episodio emblematico. Fragomeni frequenta il Centro di recupero “Alfa e Omega” di Lodi e proprio un suo intervento ha permesso ad un ospite di chiudere con la dipendenza, convinto dalle parole e dall’esempio del campione. “Ho fatto conoscere alla gente la mia storia senza alcun timore, per dimostrare che con la volontà se ne esce e si diventa più forti”.
Accanto al campione dei cruiser, c’è Phil Lo Greco (17+), 25 anni ancora da compiere, un passato in maglietta dai toni azzurri, con l’esclamativo del tricolore nel 2003, il tentativo vano di difendere l’Italia ai Giochi di Atene, quindi la decisione di tornare in Canada per tentare l’avventura professionistica. Il ragazzo dalle radici siciliane aspira fortemente al ruolo di protagonista.
Giunto in Italia la scorsa settimana da Montreal dove si prepara per i match, la famiglia risiede a Toronto, ha fatto sapere pubblicamente che far parte della scuderia di Salvatore e Cristian Cherchi, sarebbe per lui un onore.
“Ci siamo parlati – ha detto – e la cosa è possibile. La mia attività deve restare negli USA, l’unica piazza in grado di poterti lanciare verso il traguardo mondiale. Ho raggiunto un accordo con Buddy McGirt, che mi allenerà nel suo centro vicino a Miami in Florida. Ho deciso che dopo la prima parte dell’attività decisamente positiva, visto che ho sempre vinto e anche convinto, serva un salto di qualità. Ne avevo parlato con Lou Duva, ma non si è concluso nulla. L’accordo con Salvatore Cherchi, rispettando le mie richieste di combattere negli USA e qualche puntata in Italia, è più che probabile. Al momento ho la licenza canadese, ma col passaporto italiano, che ho usato per tornare nella terrà dei miei genitori, non ci sono problemi per essere italiano al 100%”.
Perché un cambio così radicale?
“Semplice, sono ambizioso e faccio la boxe a tempo pieno. Dopo tre stagioni è arrivato il momento del salto di qualità. Per farlo debbo avere il maestro giusto e un manager che ha i contatti che contano. McGirt e Cherchi hanno queste qualità”.
Cherchi conferma in pieno: “Abbiamo parlato apertamente. Quello che chiede mi pare corretto, quindi nessun problema da parte della OPI. Conosco il ragazzo, ha qualità potenziali notevoli, le deve affinare per salire ai vertici dei welter, una categoria tra le più ricche di campioni ma anche di opportunità”.
Infine Giuseppe Lauri, in procinto di difendere il titolo UE superleggeri a Helsinki il 30 maggio.
“Ritengo che per Giuseppe ci siano ancora grandi possibilità di farlo salire in alto. Dopo le ultime prestazioni ha dimostrato che il pugile bloccato mentalmente sul ring, sia un lontano ricordo. Lauri ha talento da vendere, l’esperienza giusta per cogliere quello che aveva fallito, perché offerto nel momento sbagliato in passato. Ha chiesto di combattere a Helsinki, si sente sicuro e sono d’accordo. Tolppola è alla sua portata, anche se godrà del fattore casalingo. Dopo questo impegno valuteremo un programma che lo porti in fretta all’europeo maggiore”.
Appena il tempo di prendere fiato. E’ giè pronta la ripartenza. L’attività della OPI non consente tregua. Dalla difesa di Lauri al tentativo europeo di Brancalion e poi Spada, ma anche Sarritzu e Silvio Branco, fino a Simona Galassi. Un carnet robustissimo di impegni, di cui parleremo in un successivo servizio.